SignificatoPiano del camino su cui viene acceso il fuoco, e il camino stesso; casa, famiglia; parte dell’impianto a combustione in cui brucia il combustibile
Etimologia dal latino tardo foculare, da foculus, diminutivo di focus.
È una parola comune, ma sembra d’altri tempi: dire che oggi non tutte le case hanno più un camino è un’ovvietà.
Risalendo l’etimologia del termine si può pensare di non trovare di che stupirsi, visto che il nesso fra fuoco e focolare è trasparente. Ma possiamo notare che quel focus dal cui diminutivo deriva il nostro ‘focolare’ ha acquisito il significato di ‘fuoco’ solo in un un secondo momento. Il suo primo significato è stato precisamente quello di ‘focolare’ (fuoco, dapprima, si diceva ignis), il che è un’inversione di termini davvero inattesa, che ci presenta il focolare come una delle entità primigenie della lingua.
È il piano, di mattoni o pietra, su cui si accende il fuoco per cucinare o per riscaldare: oggi abbiamo termosifoni, stufe, fornelli, bollitori che hanno frammentato i poteri della monarchia unica del fuoco assiso nel focolare, e propriamente di focolare si parla quasi solo riguardo a case antiche o di campagna - in cui è un elemento peraltro très chic - in senso stretto o intendendo per sineddoche il camino intero. Ma quel suo essere per decine di secoli fulcro totale di attività essenziali della vita domestica gli ha permesso di farsi simbolo dell’intimità della casa e della famiglia - del loro calore. Il focolare è la casa calda, avvolta di tepore, abitata da una famiglia stretta di sentimenti schietti, tutta accolta e protetta, tutta rilassata e industriosa nella luce aranciata della fiamma sovrana. Un simbolo che ha tutto il sapore dell’archetipo.
Poi ovviamente il focolare prende altri significati, e nel caso in cui si parli di impianti a combustione, si dice naturalmente ‘focolare’ la parte in cui il combustibile brucia - e casi analoghi non mancano, per non parlare dell’allotropo ‘focolaio’, etimologicamente fratello ma molto meno rassicurante.
È una parola comune, ma sembra d’altri tempi: dire che oggi non tutte le case hanno più un camino è un’ovvietà.
Risalendo l’etimologia del termine si può pensare di non trovare di che stupirsi, visto che il nesso fra fuoco e focolare è trasparente. Ma possiamo notare che quel focus dal cui diminutivo deriva il nostro ‘focolare’ ha acquisito il significato di ‘fuoco’ solo in un un secondo momento. Il suo primo significato è stato precisamente quello di ‘focolare’ (fuoco, dapprima, si diceva ignis), il che è un’inversione di termini davvero inattesa, che ci presenta il focolare come una delle entità primigenie della lingua.
È il piano, di mattoni o pietra, su cui si accende il fuoco per cucinare o per riscaldare: oggi abbiamo termosifoni, stufe, fornelli, bollitori che hanno frammentato i poteri della monarchia unica del fuoco assiso nel focolare, e propriamente di focolare si parla quasi solo riguardo a case antiche o di campagna - in cui è un elemento peraltro très chic - in senso stretto o intendendo per sineddoche il camino intero. Ma quel suo essere per decine di secoli fulcro totale di attività essenziali della vita domestica gli ha permesso di farsi simbolo dell’intimità della casa e della famiglia - del loro calore. Il focolare è la casa calda, avvolta di tepore, abitata da una famiglia stretta di sentimenti schietti, tutta accolta e protetta, tutta rilassata e industriosa nella luce aranciata della fiamma sovrana. Un simbolo che ha tutto il sapore dell’archetipo.
Poi ovviamente il focolare prende altri significati, e nel caso in cui si parli di impianti a combustione, si dice naturalmente ‘focolare’ la parte in cui il combustibile brucia - e casi analoghi non mancano, per non parlare dell’allotropo ‘focolaio’, etimologicamente fratello ma molto meno rassicurante.