SignificatoEsemplare campione in base a cui si descrive una nuova specie nella classificazione zoologica, biologica o mineralogica
Etimologia dal latino scientifico holotypus, composto dal greco olos ‘tutto, intero’ e typos ‘impronta, modello’.
Certi termini del lessico scientifico sanno stupire per il loro significato preciso e suggestivo; e in questi casi non si può non pensare a come impiegarli in metafora, magari con un po’ di ironia.
L’olotipo è l’esemplare fisico la cui descrizione ha permesso di individuare una nuova specie: se il prototipo ci fa pensare a qualcosa di analogo ma nell’ambito delle creazioni artificiali, l’olotipo è invece il primo campione scientificamente osservato - e conservato - di specie appartenenti a tassonomie naturalistiche. L’università può vantare il possesso degli olotipi di molte specie di farfalle, frutto del lavoro di ricerca dei propri accademici; l’antico olotipo che si credeva perduto per sempre viene invece ritrovato; l’erede di una vasta collezione dona alcuni pregevoli olotipi al museo della sua città.
Quella dell’olotipo è una dimensione eccezionalmente fascinosa: quella della scoperta di un elemento della sintassi del mondo incarnata in un campione (etimologicamente, esempio di un ‘intero tipo’), che ce ne dà una prima comunitaria esperienza. Ed è un concetto che è facile volgere in scherzo, giusto evocando l’individuo che permette di cogliere e definire una specie (in senso lato) finora ignota, o solo immaginata, magari leggendaria: possiamo parlare del nostro conoscente che è l’olotipo dei guidatori che mettono la freccia entrando e uscendo dalle rotonde, presentiamo il nostro collega come olotipo di chi legge per intero termini e condizioni online, e la nostra amica è l’olotipo di chi inizia la dieta di sabato.
Insomma, il colore scientifico e museale del termine è una risorsa che sarebbe un vero peccato lasciare nel recinto del senso proprio.
Certi termini del lessico scientifico sanno stupire per il loro significato preciso e suggestivo; e in questi casi non si può non pensare a come impiegarli in metafora, magari con un po’ di ironia.
L’olotipo è l’esemplare fisico la cui descrizione ha permesso di individuare una nuova specie: se il prototipo ci fa pensare a qualcosa di analogo ma nell’ambito delle creazioni artificiali, l’olotipo è invece il primo campione scientificamente osservato - e conservato - di specie appartenenti a tassonomie naturalistiche. L’università può vantare il possesso degli olotipi di molte specie di farfalle, frutto del lavoro di ricerca dei propri accademici; l’antico olotipo che si credeva perduto per sempre viene invece ritrovato; l’erede di una vasta collezione dona alcuni pregevoli olotipi al museo della sua città.
Quella dell’olotipo è una dimensione eccezionalmente fascinosa: quella della scoperta di un elemento della sintassi del mondo incarnata in un campione (etimologicamente, esempio di un ‘intero tipo’), che ce ne dà una prima comunitaria esperienza. Ed è un concetto che è facile volgere in scherzo, giusto evocando l’individuo che permette di cogliere e definire una specie (in senso lato) finora ignota, o solo immaginata, magari leggendaria: possiamo parlare del nostro conoscente che è l’olotipo dei guidatori che mettono la freccia entrando e uscendo dalle rotonde, presentiamo il nostro collega come olotipo di chi legge per intero termini e condizioni online, e la nostra amica è l’olotipo di chi inizia la dieta di sabato.
Insomma, il colore scientifico e museale del termine è una risorsa che sarebbe un vero peccato lasciare nel recinto del senso proprio.