Picca
pìc-ca
Significato Puntiglio, risentimento, ostinazione, rancore
Etimologia dal francese pique, derivato del verbo piquer ‘pungere, trafiggere con una punta’, di origine onomatopeica.
Parola pubblicata il 18 Giugno 2018
Scorci letterari - con Lucia Masetti
Con Lucia Masetti, dottoranda in letteratura italiana, uno scorcio letterario sulla parola del giorno.
Sì, la picca è anche un’arma da punta, ma ora ci interessa meno. Perché nella picca troviamo il significato di un sentimento consueto, ricco e sottile.
Se guardiamo alle definizioni dei dizionari, la picca è un senso di risentimento orgoglioso, di ostinazione rancorosa, di puntiglio volto alla rivalsa (quest’idea di rivalsa la troviamo rafforzata nella comunissima ‘ripicca’, ma il materiale è lo stesso). La sensazione di una puntura, di una fitta, il modo in cui ci sveglia, ci agita e ci richiama in presenza viene presa a paragone per il sentimento che ci nasce in cuore quando è insidiato un nostro punto d’onore (peraltro origine di ‘puntiglio’), quando l’orgoglio ci fa montare un’ostinazione tenace, quando il rancore o un più limpido desiderio di rivincita (o di vendetta) ci muove. C’è la puntura di uno sprone, qui, un sentimento che non si fa trascurare. Dopo che Dario, Re dei Re persiano, le ebbe prese dagli ateniesi, comandò al servo che gli portava il pranzo di ripetergli, ogni volta per tre volte, “Sire, ricordati degli ateniesi” - e questa è la picca.
Mi casca il pepe nel minestrone e per picca lo mangio tutto lo stesso, piangendo; la picca imbecille mi porta a ingrandire una menzogna finché non collassa; il trattamento del silenzio è la picca normale di chi si crede offeso; e mettendocisi di picca si riesce a riparare il campanello senza bisogno dell’elettricista, tie’.
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(C. Goldoni, La locandiera, atto I, scena IX, monologo di Mirandolina)
«Quanti arrivano a questa locanda, […] tutti mi fanno i cascamorti; e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi a dirittura. E questo signor Cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? […] Con questi per l’appunto mi ci metto di picca. […] A maritarmi non ci penso nemmeno; non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente, e godo la mia libertà. […] [Ma] voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimati; e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi [donne].»
C’è vento di rivoluzione nel Settecento: e anche la commedia italiana ne esce positivamente scompigliata.
Goldoni, infatti, ravviva l’italiano colto con una ventata di quotidianità, in modo da renderlo più concreto e spigliato. Da qui l’uso di espressioni come “cascamorti” e “mi ci metto di picca”.
Ma una riforma altrettanto dirompente riguarda i personaggi. Abbandonando le maschere tradizionali della Commedia dell’Arte, Goldoni crea personaggi sfumati e dinamici che – si direbbe oggi – bucano lo schermo.
Mirandolina, ad esempio, è una donna energica, di mente lucida e di spirito indipendente. Non si illude con fantasie romantiche: quel che vuole dalla vita è fare il suo mestiere (la locandiera, appunto). E sa farlo bene, unendo al senso pratico una malizia briosa e seducente, e un’incredibile capacità di simulazione. Usa infatti la propria bellezza per attirare guadagni, offrendosi sempre senza mai concedersi.
Un giorno però arriva il Cavaliere di Ripafratta, misogino e scorbutico, che Mirandolina decide di conquistare ad ogni costo. E basta indagare le sue motivazioni per capire quali sfumature possono esserci in un personaggio ben fatto.
Il primo motivo è chiaramente la ripicca: la scortesia del Cavaliere punge Mirandolina nel suo orgoglio di donna e di borghese, e lei decide di vendicarsi con l’arma più acuminata che possiede.
Tuttavia si intravvede anche il narcisismo d’una donna abituata ad essere sempre vezzeggiata e desiderata; e, ancor più in profondità, una sete di potere degna d’un piccolo tiranno. Mirandolina infatti è un “don Giovanni in gonnella”, che vede gli altri anzitutto come oggetti di dominio. Perciò, pur facendo innamorare tutti, resta sempre fredda e padrona di sé.
Insomma è un personaggio che suscita reazioni miste: ammirazione per la sua fermezza e indipendenza, ma anche riprovazione per la spregiudicatezza con cui sfrutta i sentimenti altrui. E, in fondo, anche un pizzico di compassione: perché gli altri personaggi possono ritrovarsi col cuore spezzato, ma quello di Mirandolina è un cuore arido e solo, cui nessuno presta attenzione… nemmeno lei.