Ricamare
ri - ca - mà - re
Significato Ornare un tessuto con punti decorativi eseguiti con ago e filo e volti a creare un motivo o un disegno particolare; abbellire una storia con dettagli ed episodi tra il vero e l’inventato
Etimologia dall’arabo raqama, ‘punteggiare’, ‘cifrare’, ‘marchiare’ ma anche ‘scrivere’.
Parola pubblicata il 10 Settembre 2021
Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini
Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.
L’epoca vittoriana è un periodo storico apprezzatissimo da tutti i collezionisti di mirabilia e i detentori di wunderkammer tracimanti bizzarrie: fu un tempo ricco di contraddizioni sociali durante il quale fiorirono usi e costumi a dir poco macabri e raccapriccianti. Una di queste bislacche usanze fu l’arte di ricamare motivi arzigogolati e preziosissimi usando i capelli dei cari estinti. Un modo come un altro per elaborare il lutto e tenere viva la fiamma del ricordo: passare interi pomeriggi chini sul tamburo, le mani contratte per tenere tra le dita l’ago e i sottilissimi fili composti dai capelli di chi non c’è più. De gustibus!
Il ricamo a mano, anche quello semplice, fatto con fili di cotone colorati e non usando le chiome altrui, oggidì è un’attività rétro, per non dire antiquata, anche se conta alcuni adepti imperterriti e appassionatissimi. Fa pensare a tenere fidanzate sospiranti al pensiero delle nozze imminenti con baldi giovanotti nel fiore degli anni, ma anche alle generazioni che hanno lentamente e con abilità certosina composto corredi sesquipedali, veri e propri tesori di tessuto e filo, che in non pochi fortunati casi si sono tramandati.
La parola ricamo, sorpresa sorpresa, viene dall’arabo raqama, un verbo che, tra le altre cose, significa letteralmente ‘punteggiare’. E che altro è il ricamo se non il riempire un tessuto di punti colorati e variegati? È attestata in italiano già nel 1354, giunta forse in Sicilia, porta da cui entrarono, molto probabilmente, nuove tecniche e stili innovativi già conosciuti e ampiamente praticati nel vicino oriente. Il ricamo poi, di certo già conosciuto, si sparse con rinnovata forza ovunque in Europa, da Venezia alle Fiandre, dall’Inghilterra alla Francia: merletti, pizzi, punto antico, punto erba, trine, ornati, punto catenella, punto broccatello… Vi sono un’infinità di stili e di effetti, meraviglie che possono essere create con un ago e con un filo ma che si direbbero uscite dal pennello di un artista: basta solo iniziare!
‘Ricamare’ è una parola che si è rifiutata di rimanere relegata all’atto pratico dell’ornare pezzi di tela. Questo verbo, infatti, un giorno ha attraversato lo specchio e si è ritrovato catapultato nel linguaggio figurato, dove ora significa infiorettare una storia con dettagli poco veritieri per renderla più interessante e avvincente. Ecco perché quando Marco vi racconta di come è riuscito ad avere il numero di telefono di Paola voi alzate gli occhi al cielo: la sua storiella è fin troppo ricamata! E quando incontrate lo zio Guido che vi ricama su una storia piena di peripezie sul suo ultimo rocambolesco viaggio in Alabama… vogliamo proprio parlarne?