SignificatoCerimonia religiosa di consacrazione di un luogo o di un oggetto di culto; fiera patronale; festa popolare in cui si celebra il raccolto o un particolare prodotto alimentare
Etimologia femminile sostantivato di sagro, antica variante di sacro.
Questa parola è una presenza consueta e gradita, ma spesso sfugge quale sia la sua consistenza. Difatti il suo significato - anzi la stessa occorrenza della sagra - ha subito un netto moto dal sacro al profano.
Non sfuggirà all’occhio acuto che la stessa origine della parola ‘sagra’ ci parla di qualcosa di sacro. E infatti la sagra è dapprima la cerimonia di consacrazione di un luogo di culto (come una chiesa), o di un oggetto di venerazione (come un’immagine sacra). Quindi diventa anche il festeggiamento dedicato alla commemorazione di quelle consacrazioni, e più diffusamente quello in onore del santo patrono - festeggiamento dotato di mercati e divertimenti più profani. Venuto meno il nesso religioso, sono giusto questi risvolti a rappresentare oggi la materiale consistenza della sagra.
Infatti il suo profilo attuale è quello di una fiera popolare e locale - la cui particolarità è quella di esaltare e offrire agli avventori una specialità del raccolto o un prodotto tipico del posto. Le sagre di porcini, schiacciate, pannocchie e via dicendo, in Italia, non si contano.
Ma non si deve perdere il senso di celebrazione che precede l’eventuale abbuffata: la sagra onora la ricorrenza, agricola nella maggior parte dei casi, volentieri religiosa ma anche civile, perfino patriottica, e insomma, se pensiamo a La Sagra della primavera di Stravinskij è difficile collocarvi il tortello di patate, per quanto ottimo.
Questa parola è una presenza consueta e gradita, ma spesso sfugge quale sia la sua consistenza. Difatti il suo significato - anzi la stessa occorrenza della sagra - ha subito un netto moto dal sacro al profano.
Non sfuggirà all’occhio acuto che la stessa origine della parola ‘sagra’ ci parla di qualcosa di sacro. E infatti la sagra è dapprima la cerimonia di consacrazione di un luogo di culto (come una chiesa), o di un oggetto di venerazione (come un’immagine sacra). Quindi diventa anche il festeggiamento dedicato alla commemorazione di quelle consacrazioni, e più diffusamente quello in onore del santo patrono - festeggiamento dotato di mercati e divertimenti più profani. Venuto meno il nesso religioso, sono giusto questi risvolti a rappresentare oggi la materiale consistenza della sagra.
Infatti il suo profilo attuale è quello di una fiera popolare e locale - la cui particolarità è quella di esaltare e offrire agli avventori una specialità del raccolto o un prodotto tipico del posto. Le sagre di porcini, schiacciate, pannocchie e via dicendo, in Italia, non si contano.
Ma non si deve perdere il senso di celebrazione che precede l’eventuale abbuffata: la sagra onora la ricorrenza, agricola nella maggior parte dei casi, volentieri religiosa ma anche civile, perfino patriottica, e insomma, se pensiamo a La Sagra della primavera di Stravinskij è difficile collocarvi il tortello di patate, per quanto ottimo.