SignificatoDeciso, rapido, brusco; superficiale, frettoloso; che si svolge rapidamente
Etimologia derivato di sbrigare, a sua volta derivato di briga, cioè impiccio, fastidio, preceduto da una s- privativa.
Questo attributo è meno semplice di quanto possa sembrare. Infatti, se il verbo sbrigare è piuttosto neutro, lo sbrigativo prende dei colori diversi e molto netti. Ma andiamo con ordine.
Sbrigare qualcosa significa eseguirla, portarla a termine, liberarsene - togliersi una briga. Ho delle pratiche da sbrigare, sbrigo le faccende di casa, va’ pure perché qui me la sbrigo io. L’atteggiamento di chi sbriga qualcosa può ovviamente essere dei più variegati; ma l’inclinazione allo sbrigare espressa dallo sbrigativo - il farlo quindi in maniera rapida - si declina in due sensi principali: la risolutezza e la superficialità. Se tratto col cliente in maniera sbrigativa può voler dire che lo faccio con decisione fattiva, magaribrusca, o che lo faccio con una superficialità affrettata. Gli esiti sono diametralmente opposti: da un lato abbiamo una rapidità energica, di polso, propria di chi sa che cosa sta facendo e lo fa senza ambage (e cortesie); dall’altro una rapidità raffazzonata, tutta volta a togliersi l’impaccio e senza cura per il risultato.
Così si apprezzano i toni sbrigativi del capufficio davanti alla grana che minacciava di rallentare tremendamente il lavoro, e si resta perplessi davanti alla visita sbrigativa del medico che quasi sembra non ci abbia ascoltato. Va tenuto conto che fra questi due esiti non c’è una muraglia con guardie armate: vivono nella stessa parola, e si contaminano facilmente - il che rende lo sbrigativo un aggettivo da usare con attenzione. È scivoloso.
Da notare che, meno comunemente, può anche essere riferito non a persone e alle loro maniere e metodi, ma a cose. In questo caso descrive qualcosa di spiccio, che si svolge rapidamente: per ottenere l’autorizzazione non resta che una formalità sbrigativa, spostare la legna sarà una faccenda sbrigativa, e non ti preoccupare se non conosci le regole del gioco, l’afferrarle è sbrigativo.
Questo attributo è meno semplice di quanto possa sembrare. Infatti, se il verbo sbrigare è piuttosto neutro, lo sbrigativo prende dei colori diversi e molto netti. Ma andiamo con ordine.
Sbrigare qualcosa significa eseguirla, portarla a termine, liberarsene - togliersi una briga. Ho delle pratiche da sbrigare, sbrigo le faccende di casa, va’ pure perché qui me la sbrigo io. L’atteggiamento di chi sbriga qualcosa può ovviamente essere dei più variegati; ma l’inclinazione allo sbrigare espressa dallo sbrigativo - il farlo quindi in maniera rapida - si declina in due sensi principali: la risolutezza e la superficialità. Se tratto col cliente in maniera sbrigativa può voler dire che lo faccio con decisione fattiva, magari brusca, o che lo faccio con una superficialità affrettata. Gli esiti sono diametralmente opposti: da un lato abbiamo una rapidità energica, di polso, propria di chi sa che cosa sta facendo e lo fa senza ambage (e cortesie); dall’altro una rapidità raffazzonata, tutta volta a togliersi l’impaccio e senza cura per il risultato.
Così si apprezzano i toni sbrigativi del capufficio davanti alla grana che minacciava di rallentare tremendamente il lavoro, e si resta perplessi davanti alla visita sbrigativa del medico che quasi sembra non ci abbia ascoltato. Va tenuto conto che fra questi due esiti non c’è una muraglia con guardie armate: vivono nella stessa parola, e si contaminano facilmente - il che rende lo sbrigativo un aggettivo da usare con attenzione. È scivoloso.
Da notare che, meno comunemente, può anche essere riferito non a persone e alle loro maniere e metodi, ma a cose. In questo caso descrive qualcosa di spiccio, che si svolge rapidamente: per ottenere l’autorizzazione non resta che una formalità sbrigativa, spostare la legna sarà una faccenda sbrigativa, e non ti preoccupare se non conosci le regole del gioco, l’afferrarle è sbrigativo.