Brusco

brù-sco

Significato Aspro ma non sgradevole; ruvido, sgarbato, severo; improvviso e spiacevole, violento

Etimologia dal latino bruscus, che indicava il Ruscus aculeatus, cioè il pungitopo.

Quando avevo quattro anni mi ruppi una gamba. Quando mi tolsero il gesso, il medico si raccomandò: «Nelle prossime settimane, niente movimenti bruschi». Io non capii bene che cosa fossero questi movimenti bruschi che non dovevo fare, e anche se i miei mi spiegarono che semplicemente dovevo riguardarmi ed evitare di fare lo scemo, questa parola - col pericolo in agguato che rappresentava - ha continuato per lungo tempo a incutermi un certo timore.

In effetti non si tratta di una parola semplice, e i suoi molti e fertili significati si sono evoluti in maniera curiosa. Infatti il brusco è in origine il pungitopo - quel piccolo arbusto con bacche rosse e foglie appuntite che oggi ci piace usare come decorazione natalizia. Il fatto che punga è scaturigine di tutti i significati successivi.

Si dice brusco un sapore aspro (pungente, appunto), ma non è un aspro sgradevole. Ad esempio può essere brusco un vino fresco che si ammorbidirà con l’invecchiamento, come anche una limonata dissetante. Un significato molto rilevante, data l’importanza di padroneggiare la nostra cultura del cibo; ed è anche l’unico positivo di questa parola.

Altrimenti, infatti, ‘brusco’ può significare ruvido nei modi, sgarbato, e anche severo: ci colpisce la scortesia di una risposta brusca, un’accoglienza brusca non fa ben presumere, e quando ho fame sono sempre più brusco di quando ho già mangiato. Inoltre - ed è il caso dell’aneddoto - brusco diventa anche ciò che è spiacevolmente improvviso o violento: classicamente è brusco il risveglio per un incubo o perché il gatto ha fatto cadere una lampada, brusca la frenata che faccio quando noto all’ultimo un pedone, brusco il movimento che faccio per scacciare una mosca, rovesciando il bicchiere, brusco lo scarto del cavallo che vede un cane. Tutti usi che nascono dalla traslazione figurata del pungere del pungitopo.

E il bruscolo? Quello deriva dal latino bruscum, il nodo del legno. Secondo quest’altra linea etimologica, il ‘brusco’ è anche il fuscello, e il ‘bruscolo’ la pagliuzza o il granello di polvere: ho un bruscolo nell’occhio.

Quando si parla di parole fertili, nevvero?

Parola pubblicata il 09 Marzo 2016