Traslare
tra-slà-re (io trà-slo)
Significato Trasportare da un luogo a un altro, specie una salma; in geometria, spostamento parallelo di una figura
Etimologia neoformazione da traslato, participio passato del verbo traslatare, che viene dal latino transferre, da cui anche ‘trasferire’.
Parola pubblicata il 01 Agosto 2015
Siamo davanti a un verbo molto curioso: certi dizionari nemmeno lo riportano. Infatti viene formato a partire dal participio passato del verbo ‘traslatare’, oggi piuttosto desueto - anche se, in effetti, mantiene dei significati affini. Probabilmente vince perché è più sintetico.
Ad ogni modo, nonostante il suo significato primigenio sia vastissimo - semplicemente, ‘spostare, trasferire’ - gli usi di questa parola sono piuttosto specifici. In particolare, l’unico (o quasi) oggetto che si dice traslato è una salma - o ciò che ironicamente vi viene accostato: si trasla il corpo dall’aeroporto al cimitero, le spoglie del defunto celebre vengono traslate con una grande processione, si trasla l’amico completamente ubriaco dal marciapiede al divano.
È una parola che ha avuto una certa fortuna anche in ambito scientifico: il caso più noto, che magari qualcuno porta ancora fra i suoi ricordi scolastici, è senza dubbio la traslazione di figure geometriche. Questo spostamento ha la particolarità di essere parallelo, rigido, senza deformazioni, rotazioni o ribaltamenti. Vediamo che quindi questi due usi principali restano piuttosto affini: si trasla qualcosa che resta fermo.
Inoltre, il termine ‘traslato’, diventa sinonimo di ‘metaforico’: se dico che una parola, per traslato, diventa sinonimo di un’altra, o se parlo di un uso traslato, intendo un’estensione figurata.