SignificatoSpettinare; come intransitivo pronominale, anche azzuffarsi
Etimologia da scarminare (probabilmente sovrapposto a ‘scompigliare’ o ‘scapigliare’), che attraverso l’ipotetica voce del latino parlato excarminare viene da carminare ‘cardare’.
Come accade con le persone, accade che in una gang di sinonimi una parola che aveva una sua storia antica e precisa si ritrovi a imitare il profilo di un paio di termini particolarmente carismatici del gruppo per appartenervi in maniera più evidente. Grossomodo è ciò che è successo allo ‘scarmigliare’.
Nel latino parlato a un certo punto doveva essere emerso il verbo excarminare, un derivato di carminare, cioè ‘cardare’. «Cardare? Avrei scommesso c’entrasse qualcosa il cantare», e in effetti in latino esistevano due carmen: quello che significava il canto, la poesia, l’incantesimo, e quello che significava il pettine per cardare la lana. Giova ricordare che la cardatura della lana è quella pettinatura che ripulisce, districa le fibre, e le rende parallele e pronte ad essere filate. Quindi quell’excarminare doveva suonare simile a uno ‘spettinare’, con l’unica differenza di un tono più spregiativo, visto che faceva dei capelli una lana annodata e magari anche un po’ sporchetta.
Ai tempi, ed è ormai totalmente andato, è esistito in italiano, suo derivato, il verbo ‘scarminare’. E voleva dire proprio ‘spettinare’ (c’era anche un altro ‘scarminare’ ed era un improvvisar poesia, ma non continuiamo a confonderci con questi gemelli diversi). Come anticipavo, la vicinanza con certi zanzeri dallo stesso significato come ‘scompigliare’ e ‘scapigliare’ ha fatto sì che lo scarminare antico, umile e forte, iniziasse a indossare i loro stessi pantaloni azzimati (quel vezzoso ‘gli’ che ci schiaccia la lingua sul palato e fa passare l’aria ai lati). Tira un vento romantico che scarmiglia la mia chioma fino a farne un nido di serpi, l’amico ci mette un’ora a scarmigliarsi ad hoc col gel e la cera, arrivo puntuale ma ansante e scarmigliato. Peraltro (non molto in uso) lo scarmigliare può anche farsi intransitivo pronominale e descrivere un azzuffarsi - c’è una certa grazia nel descrivere il rissare con lo spettinare. Quindi possiamo scarmigliarci sull’ultima confezione di porcini polacchi, e lasciamo i colleghi a scarmigliarsi su di chi sia la colpa.
(Sì, avevo detto di lasciare perdere e non confonderci le idee, ma però… chissà quanti canti, perduti per sempre, sono stati inventati nella noia laboriosa di chi cardava la lana.)
Come accade con le persone, accade che in una gang di sinonimi una parola che aveva una sua storia antica e precisa si ritrovi a imitare il profilo di un paio di termini particolarmente carismatici del gruppo per appartenervi in maniera più evidente. Grossomodo è ciò che è successo allo ‘scarmigliare’.
Nel latino parlato a un certo punto doveva essere emerso il verbo excarminare, un derivato di carminare, cioè ‘cardare’. «Cardare? Avrei scommesso c’entrasse qualcosa il cantare», e in effetti in latino esistevano due carmen: quello che significava il canto, la poesia, l’incantesimo, e quello che significava il pettine per cardare la lana. Giova ricordare che la cardatura della lana è quella pettinatura che ripulisce, districa le fibre, e le rende parallele e pronte ad essere filate. Quindi quell’excarminare doveva suonare simile a uno ‘spettinare’, con l’unica differenza di un tono più spregiativo, visto che faceva dei capelli una lana annodata e magari anche un po’ sporchetta.
Ai tempi, ed è ormai totalmente andato, è esistito in italiano, suo derivato, il verbo ‘scarminare’. E voleva dire proprio ‘spettinare’ (c’era anche un altro ‘scarminare’ ed era un improvvisar poesia, ma non continuiamo a confonderci con questi gemelli diversi). Come anticipavo, la vicinanza con certi zanzeri dallo stesso significato come ‘scompigliare’ e ‘scapigliare’ ha fatto sì che lo scarminare antico, umile e forte, iniziasse a indossare i loro stessi pantaloni azzimati (quel vezzoso ‘gli’ che ci schiaccia la lingua sul palato e fa passare l’aria ai lati). Tira un vento romantico che scarmiglia la mia chioma fino a farne un nido di serpi, l’amico ci mette un’ora a scarmigliarsi ad hoc col gel e la cera, arrivo puntuale ma ansante e scarmigliato. Peraltro (non molto in uso) lo scarmigliare può anche farsi intransitivo pronominale e descrivere un azzuffarsi - c’è una certa grazia nel descrivere il rissare con lo spettinare. Quindi possiamo scarmigliarci sull’ultima confezione di porcini polacchi, e lasciamo i colleghi a scarmigliarsi su di chi sia la colpa.
(Sì, avevo detto di lasciare perdere e non confonderci le idee, ma però… chissà quanti canti, perduti per sempre, sono stati inventati nella noia laboriosa di chi cardava la lana.)