SignificatoNome di varie monete in uso in Europa dalla tarda antichità fino al Novecento; quantità minima di denaro; denaro; paga
Etimologia dal latino tardo soldus (nummus) ‘(moneta) massiccia’ (sottinteso, d’oro), dal latino classico solidus ‘massiccio’.
Se addiritturaquattro soldi sono poco denaro (ho comprato un paio di scarpe da quattro soldi — anzi magari anche da due soldi), figuriamoci quanto sia un soldo. Anzi, in effetti ce lo figuriamo proiettando la quantità di cacio che un soldo compra, quando diciamo al bambino che è solo un soldo di cacio. Eppure il solido nasce come moneta massiccia; d’oro massiccio.
Anche se si deve a Diocleziano l’introduzione del solidus nummus, una nuova ‘moneta massiccia, consistente’, d’oro, che intendeva anche rilanciare una più solida politica monetaria, sarà l’imperatore Costantino, qualche anno dopo (siamo all’inizio del IV secolo) a legarvi famosamente il suo nome. Esisteva già secoli l’aureo, che era una moneta analoga, ma il soldus che lo sostituì, in un momento tanto delicato della storia imperiale, si rivelò un importante strumento economico e di propaganda — era la moneta dell’Imperatore, quella con cui l’Imperatore pagava e stipendiava, e che lo raffigurava secondo sofisticati simbolismi. Il nome stesso resse, e si diffuse, e fu affibbiato per eccellenza ad altre monete meno eccellenti della tarda antichità e del medioevo.
Se parliamo di soldati, ci riferiamo etimologicamente proprio a militari stipendiati, e continuiamo a parlare di chi sia al soldo di chi (anche se tratteggia un profilo più prezzolato che solo stipendiato): in effetti è un caso che inizia a dirci quanto il soldo sia stato in grado di trascendere.
Non si percepisce più come nome di valuta, quando parliamo di soldi — ed è un po’ la sorte che hanno seguito, in maniera però meno versatile, il denaro (dal denarius latino) e il quattrino, dal valore di quattro… be’, alcune fonti dicono quattro soldi, altre quattro denari, anche se soldo e denaro in epoca moderna non sono più stati nomi di valuta così univoci, ed è stato una voce ricorrente di una monetazione variabilissima. Comunque valeva poco. E lo stesso soldo non porta memoria d’essere stato, in origine, tutt’altro che uno spicciolo (il solo oro che lo costituiva oggi viaggia sui 450 euro, con un soldus di cacio c’è da levarsi la voglia).
In questa maniera un antico nome di moneta, che voleva presentare un’idea fondativa, rifondativa di una politica monetaria affidabile — lo diciamo ancora, no?, serve un’economia solida, una moneta solida — senza impicciarsi troppo nei secolari affari correnti di lire, pesi, fiorini, ducati, talleri e dollari che hanno affollato le vite di chi c’era prima di noi, si è guadagnata lo spazio di quella cosa lì per antonomasia, spartendola con una compagnia elettissima.
Se addirittura quattro soldi sono poco denaro (ho comprato un paio di scarpe da quattro soldi — anzi magari anche da due soldi), figuriamoci quanto sia un soldo. Anzi, in effetti ce lo figuriamo proiettando la quantità di cacio che un soldo compra, quando diciamo al bambino che è solo un soldo di cacio. Eppure il solido nasce come moneta massiccia; d’oro massiccio.
Anche se si deve a Diocleziano l’introduzione del solidus nummus, una nuova ‘moneta massiccia, consistente’, d’oro, che intendeva anche rilanciare una più solida politica monetaria, sarà l’imperatore Costantino, qualche anno dopo (siamo all’inizio del IV secolo) a legarvi famosamente il suo nome. Esisteva già secoli l’aureo, che era una moneta analoga, ma il soldus che lo sostituì, in un momento tanto delicato della storia imperiale, si rivelò un importante strumento economico e di propaganda — era la moneta dell’Imperatore, quella con cui l’Imperatore pagava e stipendiava, e che lo raffigurava secondo sofisticati simbolismi. Il nome stesso resse, e si diffuse, e fu affibbiato per eccellenza ad altre monete meno eccellenti della tarda antichità e del medioevo.
Se parliamo di soldati, ci riferiamo etimologicamente proprio a militari stipendiati, e continuiamo a parlare di chi sia al soldo di chi (anche se tratteggia un profilo più prezzolato che solo stipendiato): in effetti è un caso che inizia a dirci quanto il soldo sia stato in grado di trascendere.
Non si percepisce più come nome di valuta, quando parliamo di soldi — ed è un po’ la sorte che hanno seguito, in maniera però meno versatile, il denaro (dal denarius latino) e il quattrino, dal valore di quattro… be’, alcune fonti dicono quattro soldi, altre quattro denari, anche se soldo e denaro in epoca moderna non sono più stati nomi di valuta così univoci, ed è stato una voce ricorrente di una monetazione variabilissima. Comunque valeva poco. E lo stesso soldo non porta memoria d’essere stato, in origine, tutt’altro che uno spicciolo (il solo oro che lo costituiva oggi viaggia sui 450 euro, con un soldus di cacio c’è da levarsi la voglia).
In questa maniera un antico nome di moneta, che voleva presentare un’idea fondativa, rifondativa di una politica monetaria affidabile — lo diciamo ancora, no?, serve un’economia solida, una moneta solida — senza impicciarsi troppo nei secolari affari correnti di lire, pesi, fiorini, ducati, talleri e dollari che hanno affollato le vite di chi c’era prima di noi, si è guadagnata lo spazio di quella cosa lì per antonomasia, spartendola con una compagnia elettissima.