SignificatoChe avviene o si fa al momento opportuno; che interviene al momento giusto; precoce
Etimologia voce dotta recuperata dal latino tempestivus, derivato di tempestas, propriamente ‘tempo, circostanze’.
A qualunque occhio è evidente che il tempestivo, la tempesta e il tempo sono in qualche maniera correlati. Ma di preciso, come?
Certe fonti riportano che i termini latini tempestas e tempus, in origine, si spartivano il tempo meteorologico e quello cronologico; ma sui dizionari vediamo che c’era una certa permeabilità di significato. Infatti a noi qui ‘tempestas’ interessa proprio nel suo essere tempo-momento.
[Ma non posso evitare una parentesi: era anche e neutralmente il tempo atmosferico; è arrivato al ‘maltempo’ della tempesta per via d’eufemismo, come quando entrando in una stanza dico ‘Apri le finestre, c’è odore’. Peraltro anche ‘temporale’ segue una via del genere, ma molto dopo, già in italiano, a testimoniare anche il perdurare della permeabilità fra tempo-ora e tempo-cielo.]
Ora, il nostro tempestivo lo recuperiamo dal latino nel Quattrodicesimo secolo; e già in latino era ciò che arriva, accaduto o fatto, al momento opportuno. Vive in quella ambivalenza cairologica (oh, alla fine m’è capitato di usare anche questa parola, chi l’avrebbe mai detto) di ciò che è fatto al momento maturo con una prontezza tale da essere quasi in anticipo: infatti senz’altro possiamo parlare dell’intervento tempestivo dei carabinieri o della domanda inviata tempestivamente, così come dell’amico sempre tempestivo quando se ne deve stappare una di quelle buone, o del collega più esperto che tempestivo ci fa notare ogni errore. Ma si può parlare anche delle verdure tempestive che non avranno il sapore di quelle d’agosto ma già ce lo promettono, delle primizie tempestive che vanno a ruba al mercato contadino.
Nel tempestivo c’è la misura di premonizione di chi sta pronto o si muove prima per arrivare nel momento migliore.
A qualunque occhio è evidente che il tempestivo, la tempesta e il tempo sono in qualche maniera correlati. Ma di preciso, come?
Certe fonti riportano che i termini latini tempestas e tempus, in origine, si spartivano il tempo meteorologico e quello cronologico; ma sui dizionari vediamo che c’era una certa permeabilità di significato. Infatti a noi qui ‘tempestas’ interessa proprio nel suo essere tempo-momento.
[Ma non posso evitare una parentesi: era anche e neutralmente il tempo atmosferico; è arrivato al ‘maltempo’ della tempesta per via d’eufemismo, come quando entrando in una stanza dico ‘Apri le finestre, c’è odore’. Peraltro anche ‘temporale’ segue una via del genere, ma molto dopo, già in italiano, a testimoniare anche il perdurare della permeabilità fra tempo-ora e tempo-cielo.]
Ora, il nostro tempestivo lo recuperiamo dal latino nel Quattrodicesimo secolo; e già in latino era ciò che arriva, accaduto o fatto, al momento opportuno. Vive in quella ambivalenza cairologica (oh, alla fine m’è capitato di usare anche questa parola, chi l’avrebbe mai detto) di ciò che è fatto al momento maturo con una prontezza tale da essere quasi in anticipo: infatti senz’altro possiamo parlare dell’intervento tempestivo dei carabinieri o della domanda inviata tempestivamente, così come dell’amico sempre tempestivo quando se ne deve stappare una di quelle buone, o del collega più esperto che tempestivo ci fa notare ogni errore. Ma si può parlare anche delle verdure tempestive che non avranno il sapore di quelle d’agosto ma già ce lo promettono, delle primizie tempestive che vanno a ruba al mercato contadino.
Nel tempestivo c’è la misura di premonizione di chi sta pronto o si muove prima per arrivare nel momento migliore.