Versicolore
ver-si-co-ló-re
Significato Di molti colori
Etimologia voce dotta recuperata dal latino versicolor ‘che muta colore’, composto di vertere ‘girare, cambiare’ e color ‘colore’.
Parola pubblicata il 08 Marzo 2025
ver-si-co-ló-re
Significato Di molti colori
Etimologia voce dotta recuperata dal latino versicolor ‘che muta colore’, composto di vertere ‘girare, cambiare’ e color ‘colore’.
Parola pubblicata il 08 Marzo 2025
Il verbo latino vèrtere è cardinale come pochi altri verbi: i suoi significati di volgere, girare, fuggire, attribuire, cambiare, sono stati esplosi ed esplorati in una discendenza che in italiano conta molte decine di parole anche molto comuni (una cinquantina, direi).
In latino versicolor è ciò che muta colore. Ma prima di concentrarci sulle sfumature di questo significato, vale la pena notare come anche il color sia curioso — come emerge l’osservazione della qualità generale di ciò che ha colore? Nasce dalla stessa radice di celare, cioè ‘nascondere’. Il colore, percepito quale elemento esterno delle cose del mondo, è ciò che confonde e mimetizza, e quindi nasconde.
Ora, fra le cose del mondo, quelle che hanno colori intensi come pugni ci piacciono moltissimo. Ma godono di una considerazione particolare quelle che hanno colori tanti e mutevoli. Si nota benissimo che questo è un ambito che richiede uno sforzo poetico alto, che vuole vedere la fatica nella ricerca della parola giusta.
Abbiamo lo screziato, che con le sue striature segnate contro un fondo si adatta a pietre, foglie e pellicce; abbiamo il variopinto, generico, adatto a livree d’uccello o di farfalla, a quadri o arazzi dai forti contrasti; il variegato, che ci proietta la trama colorata di tessuti inuguali e ghiotte superfici di gelato; il policromo, dal profilo di tecnicismo di storia dell’arte, che racconta marmi, facciate dai molti colori; abbiamo il multicolore, che è abbastanza merceologico; abbiamo il cangiante, l’iridescente, l’opalescente, risorse meravigliose che inseguono l’inafferrabilità della varietà tramite il cambiamento, l’iride, l’opale.
A livello strutturale il versicolore è semplicissimo. In origine muta colore, perciò è di molti colori. Ma è un latinismo intenso — quell’elemento versi- squaderna un significato di tempi andati. Così il suo impiego si fa più facile nella lingua alta, aulica, letteraria. Quella di quando davvero vogliamo far sentire la bellezza di un concetto, la salita di un concetto, senza scivolarci sopra in maniera scontata. Senza contare che l’uso più sporadico lo accomoda in maniera meno rigida su associazioni fisse.
Possiamo parlare dell’arco versicolore che compare nella nebbia della cascata, colpita dal sole d’estate; delle chiome versicolori degli alberi del bosco autunnale; degli scoppi versicolori dei fuochi d’artificio contro il cielo nero; delle cartoline versicolori che pieghi in accuratissimi origami.
È una parola trasparente — e fa trasparire anche un’intensa premura nella scelta, di profondo effetto.