Addomesticare

ad-do-me-sti-cà-re (io ad-do-mè-sti-co)

Significato Rendere domestico, togliere da uno stato selvatico

Etimologia da domestico, a sua volta dal latino: domus casa.

È un’azione molto lontana dalla nostra vita quotidiana. Almeno così parrebbe. Le grandi ere delle domesticazioni sono passati remoti.

La storia antropologica ci racconta di come un uomo scoprì delle mandorle come le altre ma delle altre un po’ meno amare e le piantò, riprendendo il suo viaggio, forse riproponendosi di tornare a vedere come sarebbero cresciuti quei mandorli, o istruendo altri uomini su dove li avesse piantati. I mandorli che dettero alla luce mandorle più dolci furono fatti ancora riprodurre, e di generazione in generazione il mandorlo, amaro, velenoso, fu addomesticato nell’albero benedetto che oggi conosciamo.

Alcune madri riconobbero nei figlioletti del lupo ucciso i tratti dei propri cuccioli, e li presero con sé. Gli uomini scoprirono che quei lupi potevano essere d’aiuto per loro, e che con loro vivevano bene.

Così un lentissimo flusso di flora e fauna iniziò a muovere dalla foresta forestiera avvicinandosi, trasformandosi, entrando in casa. E questo movimento è ancora oggi addomesticare - azione concorrente di chi ti fa entrare in casa e di chi decide di entrare.

Quando sai dove trovare il sale e il cavatappi nella cucina dell’amico o dell’amata, sei stato addomesticato - e apparecchiando seguirai usanze diverse dalle tue; quando trovi una cagnolina randagia pronta a tutto per stare con te, e che per questo si adatta ai tuoi comandi, e che ti fa mutare le tue abitudini, e che ti trasmette sentimenti meravigliosi, l’hai addomesticata - e la tua casa cambia; quando, invece di respingerli, accogli i sentimenti meno comprensibili che provi, tu cambi e loro cambiano - generando un uno, una comunione nuova di pienezza e maturità.

Questa parola avrebbe anche dei significati figurati di truccare, falsificare, corrompere: addomesticare una partita di calcio, un bilancio, un pubblico ufficiale. Pur nella forza dell’espressione, trovo che usare il sacro per indicare qualcosa di così tanto immondo possa suscitare un certo ribrezzo: buono, se questo è un acuto fine deliberato.

Parola pubblicata il 03 Febbraio 2012