Prorompere

pro-rom-pe-re (io pro-róm-po)

Significato Uscire fuori con violenza; abbandonarsi a sfoghi violenti e inconsulti; esclamare, intervenire in manera brusca

Etimologia dal latino prorùmpere, composto di pro- ‘davanti’ e rùmpere ‘rompere’.

Una parola di efficacia mirabile, forte di un’immagine semplicissima ed eloquente.

Infatti, letteralmente, il prorompere altro non sarebbe che l’uscire fuori con grande impeto - etimologicamente, un rompere avanti, quasi si dipingesse quel moto incontenibile d’acqua che schianta e sfascia la cateratta. E in effetti si può parlare del fiume che prorompe dalla breccia nell’argine, e della folla che prorompe nel negozio all’apertura. Ma naturalmente è un’immagine che invita passi semantici ulteriori: questo fuoriuscire diventa l’abbandonarsi, il lasciarsi andare irrefrenabilmente a sfoghi violenti, volentieri emotivi, manifestazioni e gesti inconsulti e incontrollati - non sempre spiacevoli. Al culmine della scena commovente si prorompe in pianto, davanti all’ennesima angheria prorompiamo in una risposta dura e risolutiva, durante la commedia il pubblico prorompe in continue risate.

Ma non solo. Questo rompere avanti ha il marcato carattere d’evento improvviso, e perciò si accosta all’esclamare, all’intervenire, diciamo pure all’interrompere. Ci ricordiamo di quando durante la conferenza il collega proruppe in una filippica contro il relatore, alla notizia del nostro successo gli amici prorompono in complimenti sentiti, e al ristorante il fratello, già alticcio, proprompe in un “Un’altra!” sventolando la bottiglia vuota per il collo verso il cameriere.

Non è una parola particolarmente aulica, ma è segno di ricercatezza - di quella ricercatezza che vuole, nel discorso, far vibrare le parole più intensamente descrittive.

Parola pubblicata il 22 Luglio 2017