Corimbo

co-rìm-bo

Significato Infiorescenza a grappolo in cui i fiori sono tutti alla stessa altezza;

Etimologia voce dotta recuperata dal latino corymbus, prestito dal greco kórymbos ‘infiorescenza a grappolo’, ma propriamente ‘cima’.

È una parola a molti ignota, ma il suo referente, ciò che descrive, è noto a tutti, e suscita una meraviglia tenerissima. Siamo in un giardino, e dal punto di vista lessicale ci troviamo sull’alto crinale delle parole condivise da scienza e poesia.

Il corimbo è un’infiorescenza a grappolo. Dall’asse ciascun peduncolo che porta in cima un fiore si separa a un’altezza diversa, ma i peduncoli a mano a mano che si sale si accorciano, cosicché i fiori finiscono per trovarsi tutti alla stessa altezza. Ne esistono varianti diverse, ma l’ordine risultante è sempre una cima di fiori a grappolo — che l’etimologia stessa ci tratteggia.

Fiorisce in larghi corimbi il sambuco, la primula raccoglie i suoi fiori in corimbi, sono disposti in corimbi gli stupendi fiori di ciliegio, così come quelli più modesti dell’edera.

Si tratta di un termine scientifico della botanica (e ad esempio si può confondere con l’ombrella, in cui i peduncoli originano tutti dal medesimo punto), ma ha una storia antica, e non c’è quasi poeta che non vi si sia soffermato. Infatti — tornando all’edera — il corymbus, insieme col greco kórymbos da cui deriva, fra i molti significati che aveva ne offriva già alcuni, primari (non generalizzati) che descrivevano le infiorescenze dell’edera, i suoi frutti e le corone che se ne facevano. Il corimbo, la cima (fratello del corifeo!), ci parla degli antichi culti di Dioniso, per cui questa pianta era sacra, ed era di ghirlande d’edera che si cingevano le Menadi del suo corteo. Non si può trascurare che il grado di preservazione che può vantare questo termine riposi anche sulla specifica importanza, religiosa, dei suoi significati antichi.

Gli altri sono perduti: non chiamiamo più corimbi le decorazioni di prua e di poppa delle navi, né i ciuffi che coronano le capigliature. E però dall’immagine di quell’infiorescenza a grappolo, così delicata e ricca, si possono trarre bellezze figurate: si può descrivere il corimbo di una grande spilla, il corimbo di fiocchi sulla cima dell’albero di Natale, il corimbo di farfalle raccolto sulla spiga di lavanda.

Un altro caso di una parola che riesce a indicarci a dito una bellezza delle nostre giornate a cui non avremmo saputo dare un nome.

Parola pubblicata il 13 Giugno 2020