Eureka

èu-re-ka

Significato Interiezione che esprime gioia per aver trovato soluzione a un problema difficile

Etimologia dal greco: eureka ho trovato, dal verbo eurisko trovare.

Terzo secolo avanti Cristo. Il tiranno di Siracusa, Gerone, commissiona ad un abile orafo una corona d’oro. Ma quando questo gli presenta il lavoro finito - splendido - Gerone ha il sospetto d’esser stato fregato. L’ha pagata come se fosse d’oro puro, ma crede che l’orafo l’abbia fatta con una lega d’oro e d’argento, meno preziosa. Al che va a chiedere consiglio ad Archimede, sommo scienziato, su come svelare l’imbroglio senza dover fondere la corona.

Archimede ponza molto, ma invano. Finché un giorno, entrando nella sua vasca da bagno, Archimede non ha l’illuminazione: un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato. Tanta è la sua gioia di aver finalmente trovato il bandolo della matassa che corre in strada, nudo, gridando “eureka, eureka”. Ho trovato, ho trovato.

Questa vicenda ci chiarisce perfettamente l’uso di questa parola, cifra di un parlare colto e ridente - come dimostra il suo massiccio uso nei vecchi Topolino. Si dirà eureka quando ci viene in mente il costume per il prossimo carnevale; si dirà eureka quando ci appare chiara la teoria della nostra tesi; e al telefono con l’amico che sta guidando (ha l’auricolare, tranquilli) si sentirà gridare eureka quando trova parcheggio.

Ma perché Archimede gridava eureka? Certo, aveva intuito il Principio che porta il suo nome, ma quale era il modo di svelare l’inganno dell’orafo? Archimede prese un lingotto d’oro puro dello stesso peso della corona: posti su una bilancia con due piatti, il risultato era un equilibrio perfetto. Ma immergendo in acqua la bilancia con lingotto e corona, il piatto di questa si sollevava: l’argento è più leggero dell’oro, e a parità di peso ha un volume maggiore, e quindi sposta più acqua, e quindi riceve una spinta verso l’alto maggiore dell’oro puro. Secondo un’altra narrazione, Archimede pose il lingotto d’oro puro in una vasca colma. Togliendo il lingotto e mettendovi la corona, che aveva un volume maggiore, la vasca traboccò. In entrambi i casi, l’inganno era sbugiardato.

Parola pubblicata il 29 Giugno 2013