Gringo

grìn-go

Significato In America Latina, straniero anglofono, specie statunitense

Etimologia voce spagnola, derivata di griego ‘greco’.

Troviamo questa parola in America dalla metà dell’Ottocento. Ed è un termine che conosciamo bene, perché è cardinale nelle nostre narrazioni di interazione (conflittuale ma non solo) fra anglofoni e ispanofoni americani, che vanno dal Far West al giorno d’oggi: il gringo è classicamente l’americano anglofono, così apostrofato — in maniera ingiuriosa o bonaria — dagli americani ispanofoni. Ma come vedremo è anche un termine che può riguardare da vicino gli italiani.

A partire dal Nuovo Mondo ci mette poco ad arrivare anche da noi (si hanno attestazioni sui dizionari d’italiano dall’inizio del Novecento), ma secondo le ricostruzioni più accreditate pare che la sua storia cominci ben prima, in Spagna. Ci sono attestazioni settecentesche che ci raccontano i gringos quali stranieri che parlavano male lo spagnolo (il castigliano), e questo appellativo poteva indicare anche nazionalità più precise (presumibilmente, laddove ci fossero le comunità straniere più numerose): a Madrid i gringos pare fossero gli irlandesi, per esempio. Ma da dove salta fuori questo nome?

‘Gringo’ è una deformazione di griego, cioè ‘greco’. La lingua greca si porta dietro da tanto tempo l’aria di lingua indecifrabile — anche perché, in effetti, per lunghi secoli è stata una lingua di sapere a cui nessuno poteva attingere, dato che nel medioevo la sua conoscenza in Occidente andò praticamente perduta (Petrarca si era procurato un codice di Omero in lingua originale, e si disperava di non poterlo leggere). Non stupisce che quando i copisti amanuensi si trovavano davanti passaggi in questa lingua, spesso annotassero graecum est, non legitur (‘è greco, non si legge’) e proseguissero.

Nell’immaginario italiano il greco non si colloca nella sfera dell’indecifrabile (noi preferiamo sapori più mediorientali: turco, arabo, aramaico), ma in quelli di tante altre lingue sì: oltre al proverbiale inglese ‘Greek to me’ (che echeggia anche nel Julius Ceasar di Shakespeare, quando in un dialogo fra congiurati Casca dice a Cassio che non ha capito nulla di ciò che ha detto Cicerone in senato perché ha parlato greco), anche il gringo spagnolo attinge a questa vena.

Greco come incomprensibile, greco come straniero che non parla bene il castigliano, greco come straniero non ispanofono, specie nordamericano (ma anche europeo). Si tratta di un uso molto vivo e diffuso in tutta l’America Latina; a seconda dell’uso e del contesto è più o meno amichevole, più o meno innocuo, ma esistono alcune specificità interessanti.

Ad esempio in Brasile può dirsi ‘gringo’, ancor più in generale, qualunque straniero (i giocatori di calcio uruguaiani, colombiani, argentini, in Brasile sono gringos); mentre in Argentina il gringo ha preso soprattutto il profilo dell’immigrato europeo. E da dove è venuta la maggior parte di immigrati europei in Argentina? Esatto: specie in certi gerghi e in certe zone, in argentino il gringo è l’italiano.

Parola pubblicata il 22 Febbraio 2020