Kit
L'anglicismo e il gentiluomo
chìt
Significato L’insieme dei pezzi necessari per montare da soli un qualsiasi manufatto; confezione contenente la completa attrezzatura utile per un determinato scopo
Etimologia voce inglese, ‘corredo, attrezzatura’.
Parola pubblicata il 07 Giugno 2019
L'anglicismo e il gentiluomo - con Eleonora Mamusa
Di nuovo sul fronte sempre caldo, interessante e scivoloso degli anglicismi: stavolta a venerdì alterni con Eleonora Mamusa, linguista e lessicografa - per riuscire a strutturare in merito idee più confacenti.
Certamente, tra i tanti anglicismi accolti nella lingua italiana, il kit è uno di quelli che ha subìto minori variazioni e che si presenta pressoché integrale nei suoi vari aspetti. I significati corrispondono in maniera quasi perfetta nelle due lingue, così come la struttura monosillabica del termine non permette eccessive variazioni che riguardino la pronuncia. È probabile che sia proprio la brevità del termine a richiamare immediatamente l’essenzialità di ciò che indica: il kit è infatti un insieme di risorse ridotto allo stretto indispensabile, che ci permette di risolvere un problema o di affrontare una situazione, a volte di emergenza, in maniera basica ma efficace.
Difficile, tra l’altro, trovare una perfetta identità di senso in uno dei corrispettivi italiani, tanto che alcuni dizionari non propongono nessun sinonimo per questo figlio adottivo: l’equipaggiamento o l’attrezzatura sono sicuramente adatti per riferirci all’ambito militare, a quello sportivo o a quello dei manufatti, mentre il corredo o la confezione si avvicinano in maniera più centrata quando si parla di effetti personali quali cosmetici, capi d’abbigliamento, lenzuola e asciugamani. Ma il kit sembra avere, in qualche modo, il suggestivo potere di fondere in un tutt’uno, nel ridottissimo spazio delle sue tre lettere, contenitore e contenuto, così che quando pensiamo al kit del pronto soccorso ci viene in mente in un solo colpo sia la cassetta con la croce che il complesso di garze, cerotti, cotone, siringhe, acqua ossigenata e così via, mentre se si parla di kit da viaggio il collegamento immediato è con un astuccio che accoglie i detergenti, lo spazzolino e magari anche cuffietta e ciabattine per la doccia. Insomma, l’idea a cui ci rimanda il kit è sempre quella delle dimensioni ridotte e della necessità di base che può essere, magari anche solo temporaneamente, soddisfatta, tant’è che parliamo spesso di kit di sopravvivenza. In questo gli ha fatto senz’altro concorrenza un altro prestito, ovvero il nécessaire, ormai poco comune ma trasparentissimo nel significato.
La ricostruzione etimologica del kit ci descrive proprio il passaggio di tipo metonimico che è avvenuto, in maniera spontanea, col passare del tempo: in origine il kit era un contenitore di legno di forma rotonda, una sorta di cesta che conteneva oggetti e possedimenti personali, ed è poi passato a designare anche questi ultimi.