Liturgia

li-tur-gì-a

Significato Complesso delle cerimonie di un culto; per estensione, insieme di norme rituali

Etimologia dal greco: leitourghia servizio pubblico, composto di leiton pubblico e ergon lavoro.

Nell’antica Grecia ai cittadini più ricchi era imposto di finanziare variegati servizi di pubblica utilità, secondo necessità: festeggiamenti, spedizioni militari, opere pubbliche. Questa era la liturgia, nobile servizio reso alla democrazia.

Forse passando attraverso il carattere pubblico dei voti sacerdotali, la liturgia ha acquisito i colori del sacro: nella tradizione cristiana la liturgia è il complesso delle cerimonie di culto nella sua interezza - così come è sinonimo dei singoli riti apparecchiati. Ed è un uso che si può estendere ad ogni culto.

Questo connotato di rito ieratico è la cifra più viva della parola - e forse si può osare una sfumatura di intenzione greca, di servizio pubblico: è una liturgia lo stappare il vino osservando la bottiglia, levando la capsula, avvitando il cavatappi al giusto punto, apprezzando la composizione dei tappi di sughero massiccio, odorando e servendo - e se per noi si tratta di una sacralità praticamente identitaria, senza dubbio è anche un servizio alla convivialità; può essere una liturgia usata trascrivere in bella grafia con una penna speciale gli appunti distillati dai libri di un esame - con l’idea di avere una bella sintesi e anche di passarla agli amici meno solerti; potrà essere una liturgia svegliarsi sempre ad un’ora antelucana, coi relativi riti, magari per l’annuale partenza per le vacanze (alleggerendo le strade intasate) od ogni santo giorno per arrivare prima a lavoro, quando la città è più tranquilla e la mente è più fresca. Mi viene in mente Borsellino: “Ogni giorno mi alzo alle 5 del mattino. Per fottere il mondo con due ore di anticipo.”

Parola pubblicata il 17 Agosto 2012