Procombere
pro-cóm-be-re (io pro-cóm-bo)
Significato Cadere in avanti, cadere in combattimento, soccombere
Etimologia dal latino procumbere, composto da pro- ‘avanti’ e dal verbo non attestato cumbere ‘giacere’, affine a cubare, col medesimo significato.
Parola pubblicata il 19 Novembre 2017
Non che capiti spesso di usare questa parola, ma oltre ad avere un significato esatto ed elegante, è interessante per un motivo molto specifico, che riguarda il suo rapporto con parole etimologicamente imparentate.
Termini come ‘soccombere’, ‘incombere’ e appunto ‘procombere’ sono voci dotte recuperate da omologhi verbi latini, tutti costruiti su un verbo, cumbere, che però emerge solo in questi composti, senza che sia attestato da solo. L’immagine di base sarebbe un ‘giacere’, che viene modificata sensibilmente dal prefisso - tanto che questi verbi diventano propriamente un cadere sotto, uno stendersi sopra, un cadere avanti.
Ora, il verbo ‘procombere’ in italiano compare dapprima con dei significati molto simili ai primi del procumbere latino: un inchinarsi, prostrarsi avanti per supplicare, e quindi uno stramazzare, specie in riferimento agli animali. Il significato, pulito, di cadere avanti, in particolare cadere combattendo, bocconi, deve il suo successo a Leopardi, che lo usa nel suo canto “All’Italia” (io solo/ combatterò, procomberò sol io.). Un cadere avanti, sconfitti sì ma non domati - e qui troviamo una differenza col soccombere, che è invece un cadere totale. Quindi possiamo parlare dello zio che procombe dopo il terzo fiasco di vino, dell’amico che procombe nel gioco degli scacchi scegliendo avversari sempre più forti, del ‘no’ che procombe davanti a un paio di occhi dolci.
C’è un’ultima curiosità circa questo verbo, il cui uso leopardiano già corrente l’Ottocento veniva criticato. Niccolò Tommaseo, autore di uno dei più celebri dizionari della lingua italiana, di ‘procombere’ scriveva questo: l’adopra un verseggiatore moderno [Leopardi], che per la patria diceva di voler incontrare la morte: Procomberò. Non avend’egli dato saggio di saper neanco sostenere virilmente i dolori, la bravata appare non essere che rettorica pedanteria. Capito il tipo? Da schiaffi.