Riandare

ri-an-dà-re (io ri-và-do)

Significato Andare di nuovo; ripercorrere

Etimologia composto di ri- e andare.

In questa parola vivono due anime: una ordinaria, l’altra straordinaria.

Niente di più semplice: il riandare è l’andare di nuovo, il tornare. Siamo riandati a prendere spesso il gelato in quel locale, lo fanno così buono; oggi pomeriggio devo riandare in ufficio, sono arrivate le carte che aspettavo; rivado con la mente a un bello spettacolo che ho visto a teatro due anni fa; e oh, vi parrà incredibile, ma con tutta quest’anguria devo riandare in bagno. In questo senso è un verbo quotidiano, piano, perfino naïf.

Ma ha una forza poetica impressionante, che si schiude quando è usato come transitivo. In un primo momento può disorientare: un ‘andare’ transitivo suona insolito (io ‘vado qualcosa’? io ‘rivado qualcosa’?). In questa veste prende il significato di ripercorrere, in senso concreto o figurato, e si fa evidente che in questo modo l’azione del riandare diventa diretta, immersa. Mi sorprendo a riandare le vie che facevo tornando a casa da scuola, la famiglia si stringe quando riandiamo le ricette delle nonne, il bel libro di storia ci fa riandare avvenimenti che a stento ricordavamo, riandiamo la vacanza scorrendo l’album di fotografie.

Insomma, il riandare transitivo è di una poesia prêt-à-porter che guarda e riguarda il passato - inatteso contraltare del riandare più semplice.

Parola pubblicata il 11 Aprile 2018