Ricettacolo

ri-cet-tà-co-lo

Significato Luogo atto a ricevere qualcosa; rifugio

Etimologia dal latino receptàculum, derivato di receptare intensivo di recìpere ‘accogliere’, composto di re- ‘indietro’ e càpere ‘prendere’.

Capita sovente che alcune parole neutre, nella loro evoluzione, acquistino dei significati spiccatamente negativi.

Il ricettacolo, di per sé, non significherebbe niente di male: è semplicemente un luogo in cui qualcosa si raccoglie. Ad esempio si può parlare del pozzo ricettacolo delle acque piovane, o dei ricettacoli delle reti da pesca. Un luogo del genere è idealmente molto affine ad un ricovero, a un rifugio - tant’è che già in latino il receptaculum prendeva questi significati: gli scalatori stanchi si dirigono in fretta verso il più vicino ricettacolo, la via di pellegrinaggio fiorisce di ricettacoli.

Ma nell’uso consueto il ricettacolo prende un tono chiaramente negativo: la cantina deve essere tenuta pulita, se non si vuole che diventi un ricettacolo per topi, il bar di periferia è un ricettacolo di una fauna poco raccomandabile, l’esterno del grande museo diventa un ricettacolo di venditori ambulanti e truffatori che ronzano intorno ai turisti. Tale consuetudine però non ci deve costringere a usarlo con questo colore: è un termine ricco, e va sfruttato in ogni sua possibilità. Peraltro è fratello del meno comune ‘ricetto’, più ricercato, e che non si è scavato un simile alveo di negatività.

È da notare infine che la suggestione di questo termine ha trovato spazio anche nelle scienze, specie in botanica e zoologia: il ricettacolo è la parte del fiore che ne contiene gli organi, ed è il nome di certe cavità anatomiche atte a contenere fluidi.

(Ci domandano se abbia qualcosa a che vedere con la ‘ricetta’: la risposta è sì, ma questa parola merita una trattazione a parte.)

Parola pubblicata il 29 Dicembre 2016