Ricettacolo
ri-cet-tà-co-lo
Significato Luogo atto a ricevere qualcosa; rifugio
Etimologia dal latino receptàculum, derivato di receptare intensivo di recìpere ‘accogliere’, composto di re- ‘indietro’ e càpere ‘prendere’.
Parola pubblicata il 29 Dicembre 2016
Capita sovente che alcune parole neutre, nella loro evoluzione, acquistino dei significati spiccatamente negativi.
Il ricettacolo, di per sé, non significherebbe niente di male: è semplicemente un luogo in cui qualcosa si raccoglie. Ad esempio si può parlare del pozzo ricettacolo delle acque piovane, o dei ricettacoli delle reti da pesca. Un luogo del genere è idealmente molto affine ad un ricovero, a un rifugio - tant’è che già in latino il receptaculum prendeva questi significati: gli scalatori stanchi si dirigono in fretta verso il più vicino ricettacolo, la via di pellegrinaggio fiorisce di ricettacoli.
Ma nell’uso consueto il ricettacolo prende un tono chiaramente negativo: la cantina deve essere tenuta pulita, se non si vuole che diventi un ricettacolo per topi, il bar di periferia è un ricettacolo di una fauna poco raccomandabile, l’esterno del grande museo diventa un ricettacolo di venditori ambulanti e truffatori che ronzano intorno ai turisti. Tale consuetudine però non ci deve costringere a usarlo con questo colore: è un termine ricco, e va sfruttato in ogni sua possibilità. Peraltro è fratello del meno comune ‘ricetto’, più ricercato, e che non si è scavato un simile alveo di negatività.
È da notare infine che la suggestione di questo termine ha trovato spazio anche nelle scienze, specie in botanica e zoologia: il ricettacolo è la parte del fiore che ne contiene gli organi, ed è il nome di certe cavità anatomiche atte a contenere fluidi.
(Ci domandano se abbia qualcosa a che vedere con la ‘ricetta’: la risposta è sì, ma questa parola merita una trattazione a parte.)