Sadico

sà-di-co

Significato Chi trae piacere dalla sofferenza altrui

Etimologia dal francese: sadique datato al 1862 come aggettivo, al 1888 come persona sadica; da sadisme, datato al 1834 nel senso di perversione sessuale, al 1897 come crudeltà. Derivato dal nome del marchese de Sade.

Il marchese Donatien-Alphonse-François de Sade, vissuto fra il 1740 e il 1814, fu un tipo sui generis. Drammaturgo, filosofo, politico, campione del lato oscuro dell’Illuminismo, è passato alla storia per le sue opere a tema erotico, vessilli del libertinismo più estremo, caratterizzate da una crudeltà senza pari. Il paradigma filosofico che le informa è un totale nichilismo, che implica la concezione dell’altro unicamente come mezzo per trarre piacere sessuale: insomma, si mettono al mondo figli solo per poterne abusare.

Nel momento in cui le scienze psicologiche hanno inteso definire la condizione psichica di chi, per trovare soddisfazione sessuale, necessita di associare il sesso all’inflizione di dolore, il richiamo al Divin Marchese è stato naturale. Ma oggi il sadico non è più soltanto limitato alla sfera sessuale: il piacere provato davanti alle sofferenze altrui può anche intendersi come tutto mentale.

Ampliando il discorso e in toni ben più tenui, il sadismo può essere una normale tendenza umana: quando la collega che ci sta antipatica scivola per le scale, batte il sedere e fa volare per aria le pratiche che aveva appena sistemato in ordine alfabetico, è normale esclamare fra sé un “Ha!” esultante. Il non arrendersi a quel tipo di piacere sta nell’aiutarla a rialzarsi e a raccogliere i fogli.

Comunque si potrà parlare di piacere sadico davanti alle festanti corride o ai gloriosi safari di caccia; sarà un sadico il nerboruto attaccabrighe che gode nel sopraffare fisicamente e nell’umiliare gli altri; sarà sadico il gattino che gioca col topo. E poi nemmeno se lo mangia.

Parola pubblicata il 19 Marzo 2013