Stallo
stàl-lo
Significato Sosta, dimora; pregevole sedile di legno dotato di braccioli e schienale, ordinato in serie; nel gioco degli scacchi, situazione in cui un giocatore non può compiere alcuna mossa; in generale, situazione bloccata; diminuzione di portanza dell’ala di un aereo dovuta al distacco della corrente d’aria dal dorso dell’ala stessa
Etimologia dal francone: stall sosta. Da cui anche “stalla”.
Parola pubblicata il 23 Aprile 2013
Di aeroplanini di carta ne abbiamo fatti volare tutti - e tutti abbiamo presente quando il lancio non è perfetto, l’aeroplanino inizia a salire e si inclina tanto verso l’alto da bloccarsi in aria e precipitare al suolo. È per questo che gli andava appesantita la punta: per evitare lo stallo - ed è questo il fenomeno che si nasconde dietro alla non immediatissima formula della “diminuzione della portanza dell’ala”. L’ala, inclinandosi, spariglia i due flussi d’aria che le scorrono sopra e sotto e che la sostengono.
Lo stallo, in generale, è una situazione di blocco: l’immagine originale era quella piacevole di un sostare, di un dimorare - da cui traiamo l’immagine della stalla - ma oggi la fermata dello stallo non ha molto a che vedere col riposo. È un blocco che lascia col fiato sospeso, come nel caso dell’aereo che sale tanto da fermarsi un attimo a mezz’aria prima di rovinare giù, come nel caso degli scacchi, quando il giocatore resta stretto in una situazione che non gli consente altre mosse (che determina la fine della partita in parità), come nel caso di un’impasse istituzionale che non sembra avere vie d’uscita. Insomma, si tratta di un concetto molto importante.
Per quanto riguarda la particolare accezione di stalli come sedie, si tratta di quegli scranni che ci immaginiamo se pensiamo ad un alto consesso medievale: lunghe file ordinate, braccioli finemente intagliati, schienali alti e decorati. I più acuti intenderanno perché non sia un senso rimasto nel parlare quotidiano.