Sparigliare
spa-ri-glià-re (io spa-rì-glio)
Significato Disfare una pariglia, una coppia, specie di cavalli; nei giochi della scopa e dello scopone, far rimanere in gioco in numero dispari carte del medesimo valore, attraverso una presa combinata; destabilizzare, agitare, complicare una situazione specie per rimettere in ballo un risultato
Etimologia attraverso il francese pareille, dalla voce del latino parlato ricostruita come parìcula, diminutivo di par ‘pari’.
- «Dici che è tutto deciso? Guarda come spariglio.»
Parola pubblicata il 01 Giugno 2024
Parola da carrozza, parola da tavolo di gioco, ma anche parola da colpi di scena. È particolare perché ci offre un concetto magnifico (in un suo taglio, estremamente utile) attraverso la figura di un’azione che, detta in altre parole, non ci aspetteremmo — perché è letteralmente quella di ‘spaiare’. Lo spaiare ci fa pensare a ciabatte reclamate dal mare, a calzini reclamati dalla lavatrice, a servizi di tazzine con piattini che vengono reclamati in pezzi dalla pattumiera, ma qui si parla d’altro.
Il significato più avanzato di ‘sparigliare’ è quello di creare una confusione utile a un certo scopo, destabilizzare una situazione e quindi anche un pronostico. Significato che dico ‘avanzato’ non perché difficile ma perché ancora i dizionari faticano a registrarlo, nonostante sia decisamente quello più in uso.
Ora, non ci stupisce che sia desueto lo sparigliare nel senso di ‘disfare una pariglia’, cioè una coppia di cavalli da tiro attaccati a un carro o a una carrozza, che quindi viene separata. C’è stato un lunghissimo tempo in cui era un’azione delle più ordinarie, ma adesso proprio no — e non è da qui che scaturisce il senso confusionario e destabilizzante dello sparigliare.
Non ci stupisce nemmeno che per quanto popolare sia settoriale il significato ludico-strategico del ‘lasciare un numero dispari di carte dello stesso valore’, particolarmente rilevante soprattutto nel gioco dello scopone scientifico. Naturalmente i quattro semi delle carte fanno sì che ce ne siano quattro col medesimo valore in gioco: quindi posso prendere una carta dal tavolo usandone una uguale (un sette con un sette), e ne resterà una terza da prendere con la quarta (un altro sette con l’ultimo sette). Ma se invece spariglio non prendo una carta con una corrispondente, ma con una presa combinata che ne lascerà in gioco un numero dispari — ad esempio: prendendo col re (che vale dieci) un sette e un tre, o prendendo un tre e un quattro con un sette, resterà in gioco un numero dispari di sette, e prendere gli altri sette sarà un po’ più difficile, e magari ne resteranno nel piatto finale.
È di qui che lo sparigliare si fa destabilizzante. È una mossa che agita una situazione, magari la complica e di sicuro la rimette in ballo in maniera diversa. Si prende il rischio di rompere una simmetria. Il partito può cercare di sparigliare le elezioni comunali con un candidato civico a sorpresa (spoiler: non ce la fa, è una pena), l’allenatore spariglia con un cambio di giocatori e di tattica, e sparigliamo l’impasse d’amore con una mossa audace e romantica.
Questo significato, così ricco e immediato, icastico, ha la complessità della vita vera, distillata nei secoli sul feroce campo dello scopone.