Bardare

bar-dà-re (io bàr-do)

Significato In riferimento al cavallo, munirlo di barda o di finimenti; al riflessivo, caricarsi di abiti vistosi o ingobranti

Etimologia dall’arabo bàrda’a ‘basto, barda’.

La barda è un oggetto molto affascinante, ben presente nel nostro immaginario, il cui nome dà ancora frutti belli e scherzosi.

Altro non è che l’armatura del cavallo. Ma questo termine giunge in italiano dall’arabo, dove significava una sella semplice, senza arcione - praticamente un basto. Ed è stupefacente come un termine tanto umile sia passato a descrivere un oggetto così complesso, così costoso e di così grande impatto visivo.

Ora, non capita spesso di bardare un cavallo. E anche se intendiamo il ‘bardare’ come ‘munire di finimenti’, con un significato alleggerito rispetto a quello proprio, la frequenza d’azione non varia di molto - e quindi quella d’uso del verbo. Sennonché interviene un meccanismo di scherzo e d’ironia che ci porge il bardare come risorsa quotidiana.

Il cavallo bardato è tanto vistoso quanto impacciato (ricordiamo che i cavalli da guerra, catafratti, dovevano sostenere un peso angosciante). Quindi, se io mi bardo, intendo dire che mi carico di abiti esageratamente adorni o ingombranti. Così l’amico un po’ provincialotto si presenta a teatro bardato in una mise tanto opulenta da essere inappropriata; prima di uscire nella bufera mi bardo tutto a dovere - perché non esiste un cattivo tempo, ma solo un cattivo equipaggiamento; e quando mi bardo in un costume fenomenale so che sarò la stella del carnevale.

Il passaggio dall’umile al bellico al giocoso è meraviglioso.

Parola pubblicata il 18 Gennaio 2017