Braccare
brac-cà-re (io bràc-co)
Significato Inseguire la selvaggina; inseguire qualcuno senza tregua
Etimologia da bracco, dal’ipotetica voce germanica brakkon ‘cane da caccia, da fiuto’.
Parola pubblicata il 30 Dicembre 2024
brac-cà-re (io bràc-co)
Significato Inseguire la selvaggina; inseguire qualcuno senza tregua
Etimologia da bracco, dal’ipotetica voce germanica brakkon ‘cane da caccia, da fiuto’.
Parola pubblicata il 30 Dicembre 2024
Che immagine forte, che arriva al tremendo: un inseguire, un cercare senza tregua. La porzione tremenda del concetto è che non siamo davanti a una ricerca astratta: è una parola venatoria, e quell’ostinazione è l’ostinazione della caccia, determinata a fare la sua preda.
Ora, le parole, anche intense, che abbiamo per parlare di roba del genere sono quasi tutte prive di una figura chiara. Cercare, inseguire, incalzare, anche pedinare; solo lo stanare, con qualche normale differenza, riesce a proiettarci una situazione più palpabile. Il braccare però qui ha una ricchezza formidabile, perché schiera i cani.
Il bracco, di cui esistono molti tipi, è considerato un cane da caccia. Il suo nome è germanico, e molto risalente; anzi si ricostruisce fosse presente nella lingua protogermanica, quella che doveva esser parlata fra Germania e Scandinavia duemila-duemiladuecento anni fa: voci ipotetiche come brakkan o brakkon potevano indicare il cane da caccia, o forse meglio da fiuto.
Questo introduce il primo elemento più definito nell’inquietudine del braccare: non siamo davanti a una caccia alla pari, condotta con sensi omogenei. Il braccare non dà quartiere fiutando, dando l’idea che sfuggire sia impossibile quanto è impossibile controllare la scia olfattiva che si lascia — si può far silenzio e nascondersi, ma neutralizzare il proprio odore è molto più difficile.
In effetti quel nome protogermanico è legato a parole che nella famiglia, lungo i secoli, hanno insistito sul fiuto; e c’è chi evidenzia una parentela, nel più ampio alveo delle lingue indoeuropee, fra gli altri con il fragrare latino, il ‘mandare odore’.
Così, a partire dalla volpe braccata nel macchione, classicamente si bracca il ricercato in fuga, lo zio che contrae debiti con disinvoltura è braccato dai creditori, la giornalista bracca la persona giusta a cui fare un’intervista sull’ultimo accadimento. E se mi capita di braccare un risultato, o una ragione, do alla ricerca intellettuale un sapore da battuta che non intende accettare di tornare a mani vuote.
Certo le parole che parlano dei sensi che non sono vista e udito danno un contributo speciale al discorso — introducono una lateralità ricchissima. E in questo caso, il riferimento al fiuto è una circostanza della caccia, che dà profondità e psicologia alla sua cerca, figura così immediata e accessibile.