Volpe

Parole bestiali

vól-pe

Significato Mammifero carnivoro appartenente al genere ‘vulpes’, della famiglia dei canidi; il genere comprende dodici specie, di cui la più conosciuta è la volpe rossa

Etimologia dal latino vulpes, di origine ignota.

C’era una volta una volpe: bastano queste parole per sapere che, in qualche modo, c’entrerà l’astuzia. Già le favole di Esopo sono piene di volpi astute, anche se spesso sono loro le prime vittime dei propri inganni. Da qui viene per esempio il detto “fare come la volpe con l’uva”, ossia denigrare con acido puntiglio ciò che non si riesce ad ottenere, come quella volpe che non potendo raggiungere la frutta disse: “È acerba”.

Famigerata è anche l’accoppiata del gatto e la volpe in Pinocchio, mentre ci è forse meno noto il volpone protagonista del medievale Roman de Renart. In Francia però questa raccolta di racconti ebbe un tale successo che il nome proprio Renart/Renard, ossia Rainardo, divenne il nome comune della volpe, soppiantando l’antico ‘goupil’. Ed è su sua ispirazione che la Disney ha scelto di rappresentare Robin Hood come una volpe antropomorfa.

Nella tradizione giapponese poi la volpe è nientemeno che una creatura soprannaturale, capace talora di ingannare gli uomini assumendo l’aspetto d’una bellissima donna. Per questo il suo nome, kitsune, nell’interpretazione popolare significa “torna e dorme”. La leggenda narra infatti d’una volpe che, innamoratosi di un uomo, usava giacere con lui tutte le notti in forma umana per poi riprendere le sue vere sembianze al mattino.

Ma la volpe è davvero così astuta? Beh, senza dubbio è versatile. Diffusa nei cinque continenti, si è adattata a tutti gli ambienti: dalle steppe gelate, dimora della volpe artica, fino al deserto, casa del fennec (che batte il chihuahua come canide più piccolo al mondo). Anche nei contesti urbani si è inserita con insolita facilità. Inoltre mangia di tutto: roditori, uccelli, pesci, uova, frutta, giù giù fino alla spazzatura.

Di solito caccia di notte, servendosi di un udito e un olfatto estremamente sviluppati nonché – secondo una ricerca dell’Università Ceca di Scienze della Vita – del campo magnetico terrestre, che riesce a percepire. Le recinzioni non sono un ostacolo per lei, come sanno da secoli gli allevatori di pollame e, dall’anno scorso, anche gli abitanti di un quartiere berlinese, in cui una volpe ha accumulato una refurtiva di circa cento ciabatte prima d’essere scoperta.

La sua fama insomma non è del tutto immeritata, benché certo sia stata un po’ esagerata. Addirittura in inglese fox significa sia ‘volpe’ sia, come verbo, ‘ingannare’ o ‘confondere’ (da cui il participio passato foxed che una volta significava anche ‘ubriaco’), mentre il mitico Zorro altro non è che ‘volpe’ in spagnolo.

Ma quest’animale ha offerto spunti linguistici anche più sorprendenti. Dal suo nome greco, alopex, viene l’alopecia, malattia che comporta la caduta dei capelli; in inverno infatti la volpe sviluppa un pelo folto, che perde in primavera. Non solo: un tale signor Fuchs – ‘volpe’ in tedesco – si distinse nel ’500 nel campo della botanica, perciò si decise di dare il suo nome a una famiglia di piante americane, i cui fiori hanno una tinta particolare e intensa. Nacque così il colore fucsia.

Anche il fox trot (‘trotto della volpe’) deve forse il nome al signor Fox che l’inventò, anche se alcuni preferiscono attribuirlo alla somiglianza tra le movenze dei ballerini e quelle dell’animale. Il che è particolarmente azzeccato se si pensa che, secondo una fantasiosa etimologia di Isidoro di Siviglia, vulpes verrebbe da pedibus volubilis, agile di piedi (perché avvezza alle vie tortuose dell’inganno).

Parola pubblicata il 20 Dicembre 2021

Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti

Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.