Cernita
cèr-ni-ta
Significato Scelta compiuta in base a criteri determinati
Etimologia da cernere, voce dotta presa in prestito dal latino cernere ‘distinguere, separare’.
Parola pubblicata il 11 Gennaio 2020
cèr-ni-ta
Significato Scelta compiuta in base a criteri determinati
Etimologia da cernere, voce dotta presa in prestito dal latino cernere ‘distinguere, separare’.
Parola pubblicata il 11 Gennaio 2020
Se questa parola fosse in una stazione ferroviaria, sarebbe in quella di Bologna — uno snodo da cui passa quasi tutto. Infatti siamo davanti alla parola — ben viva — più vicina al cardinale verbo latino ‘cernere’ (c’è anche in italiano, ma è un po’ mummificato). Questo verbo ci descrive le azioni complesse e profondamente strette fra loro del distinguere, del separare, del riconoscere, del decidere; per far capire quanto è importante, basti dire che la sua radice è alla base di concetti di rilievo assoluto, quale il certo (che è deciso), il concertare (certare ci parla di un gareggiare, e la gara distingue), ma anche il crimine (la cui posizione è vagliata, e che separa dal consorzio civile); senza contare che l’espressione della sua antica radice in altre lingue, come il greco, ci apparecchia la critica e la crisi. Insomma, via il cappello.
La cernita compare in italiano tardi — alcuni dicono nel Seicento, altri nel Settecento, ma pare che non si sia affermata seriamente fino all’Ottocento. Non a caso, forse, il significato precipuo con cui si diffonde ha un odore di industriale: la cernita è quell’operazione che si compie su materie prime o su scarti, scegliendo e separando da un coacervo di partenza o ripartenza ciò che può essere usato o riusato per il lavoro da fare, o comunque secondo le diverse destinazioni.
Così una volta raccolta la frutta faccio la cernita fra quella che metterò in tavola e quella che finirà in marmellata; dopo la festa, anche se avevamo presentato i sacchetti per la raccolta differenziata, tocca sempre fare la cernita del pattume; e ogni tanto facciamo una cernita per tenere la libreria sgombra da doppioni e da volumi che sinceramente non si ha idea di come ci siano finiti.
Non è una scelta qualsiasi: ha un’intenzione a monte, la cernita, e dei criteri che, ancorché non sempre esplicitati, guidano in maniera netta e non volubile la selezione. Insomma, ha un carattere operativo molto marcato, e come ogni selezione richiede di avere in mente un risultato — requisito in cui non tutte le decisioni sono strette. Ripensando alla cernita di frutta, spazzatura, libri, così come a quella degli scarti di lavorazione riutilizzabili e no, è un carattere evidente. Che peraltro ha come obiettivo quello di poter ripartire da un punto — dalla frutta giusta, dalla spazzatura e dalla libreria ordinata, fino alla nuova fase della lavorazione; ma anche quando facciamo una cernita delle priorità, fotografiamo sempre quel momento di selezione ordinatrice che riprende le fila di una situazione aprendone di nuove. Ed è bello, nel nome di un’operazione così consueta, far echeggiare una radice ancestrale così importante.