Cernita

cèr-ni-ta

Significato Scelta compiuta in base a criteri determinati

Etimologia da cernere, voce dotta presa in prestito dal latino cernere ‘distinguere, separare’.

Se questa parola fosse in una stazione ferroviaria, sarebbe in quella di Bologna — uno snodo da cui passa quasi tutto. Infatti siamo davanti alla parola — ben viva — più vicina al cardinale verbo latino ‘cernere’ (c’è anche in italiano, ma è un po’ mummificato). Questo verbo ci descrive le azioni complesse e profondamente strette fra loro del distinguere, del separare, del riconoscere, del decidere; per far capire quanto è importante, basti dire che la sua radice è alla base di concetti di rilievo assoluto, quale il certo (che è deciso), il concertare (certare ci parla di un gareggiare, e la gara distingue), ma anche il crimine (la cui posizione è vagliata, e che separa dal consorzio civile); senza contare che l’espressione della sua antica radice in altre lingue, come il greco, ci apparecchia la critica e la crisi. Insomma, via il cappello.

La cernita compare in italiano tardi — alcuni dicono nel Seicento, altri nel Settecento, ma pare che non si sia affermata seriamente fino all’Ottocento. Non a caso, forse, il significato precipuo con cui si diffonde ha un odore di industriale: la cernita è quell’operazione che si compie su materie prime o su scarti, scegliendo e separando da un coacervo di partenza o ripartenza ciò che può essere usato o riusato per il lavoro da fare, o comunque secondo le diverse destinazioni.

Così una volta raccolta la frutta faccio la cernita fra quella che metterò in tavola e quella che finirà in marmellata; dopo la festa, anche se avevamo presentato i sacchetti per la raccolta differenziata, tocca sempre fare la cernita del pattume; e ogni tanto facciamo una cernita per tenere la libreria sgombra da doppioni e da volumi che sinceramente non si ha idea di come ci siano finiti.

Non è una scelta qualsiasi: ha un’intenzione a monte, la cernita, e dei criteri che, ancorché non sempre esplicitati, guidano in maniera netta e non volubile la selezione. Insomma, ha un carattere operativo molto marcato, e come ogni selezione richiede di avere in mente un risultato — requisito in cui non tutte le decisioni sono strette. Ripensando alla cernita di frutta, spazzatura, libri, così come a quella degli scarti di lavorazione riutilizzabili e no, è un carattere evidente. Che peraltro ha come obiettivo quello di poter ripartire da un punto — dalla frutta giusta, dalla spazzatura e dalla libreria ordinata, fino alla nuova fase della lavorazione; ma anche quando facciamo una cernita delle priorità, fotografiamo sempre quel momento di selezione ordinatrice che riprende le fila di una situazione aprendone di nuove. Ed è bello, nel nome di un’operazione così consueta, far echeggiare una radice ancestrale così importante.

Parola pubblicata il 11 Gennaio 2020