Cilicio

ci-lì-cio

Significato Nell’antica Roma, stoffa grossolana di pelo di capra; veste grezza di pelo di capra o crini di cavallo; cintura pungente di crini di cavallo stretta sulle carni a scopo di mortificazione fisica; fastidio, tortura, penitenza

Etimologia voce dotta recuperata dal latino cilicium ‘coperta di pelo di capra’, da Cilicia, regione costiera dell’Asia Minore (nell’odierna Turchia, dirimpetto a Cipro) da cui si riteneva che tale tessuto provenisse.

Se il termine ‘cilicio’ ci fa subito pensare, con la goccia di sudore freddo a lato della fronte, alle mortificazioni della carne dei religiosi che si stringevano sulla pelle nuda aspre cinture di crini, munite di aculei o nodi pungenti — perché il corpo è niente e il dolore eleva — stiamo considerando certo il significato più suggestivo del termine, ma c’è altro.

Il cilicio, presso gli antichi Romani, era un panno grossolano di pelo, specie di capra. Detto così pare poco, e invece era una bomba: talmente grezzo e coriaceo che non solo veniva usato dai duri legionari per coprirsi, ma bastava piegarlo a doppio per farne un riparo efficace anche per le macchine e le opere belliche, e proteggeva dalle intemperie sì, ma anche dai proiettili nemici. Non è una cosa che si faccia con la copertina di pile.

Il nome di questo mitico panno, che come denuncia si riteneva fosse originario della Cilicia (le provenienze geografiche che determinano il nome delle merci spesso sono frutto di dicerie o intendimenti parziali, ma pare che la Cilicia fosse effettivamente una potenza economica in fatto di panni grossi) è passato a indicare una veste in cui più della robustezza rilevava l’essere atrocemente ruvida — ora di crini di cavallo, ora del vecchio pelo di capra. Uno strumento di penitenza da portare comodamente senza canottiera. E di qui, dal medesimo tessuto, con l’interessante aggiunta di punte e nodi, nasce il cilicio da stringere classicamente alla gamba, o comunque su carni discretamente coperte, così che il suo doloroso uso resti intimo e segreto. Anche se ne esistono versioni più sofisticate in rete metallica.

Vista la presa sull’immaginario da parte di questo strumento, poteva questo significato non estendersi in genere a ciò che porta fastidio, a ciò che con varia intensità tortura o è di penitenza? No, e infatti si può parlare del cilicio di un rimorso costante, del cilicio di una malattia che ci dà da riflettere, del cilicio della suocera. Comunque, a scanso di equivoci, l’antica Cilicia è una regione incantevole.

Parola pubblicata il 09 Luglio 2019