Ctonio
ctò-nio
Significato Della terra, sotterraneo, detto delle divinità della mitologia
Etimologia voce dotta recuperata dal greco chthónios, da chthón, ‘terra’.
Parola pubblicata il 28 Agosto 2025
ctò-nio
Significato Della terra, sotterraneo, detto delle divinità della mitologia
Etimologia voce dotta recuperata dal greco chthónios, da chthón, ‘terra’.
Parola pubblicata il 28 Agosto 2025
L’ambito d’uso di una parola ne determina i caratteri molto più dei suoi caratteri intrinseci.
Lo ctonio è il sotterraneo, relativo alla terra — niente di complesso, sembrerebbe. Certo, ostico il suo essere un grecismo pesante, impenetrabile: o sai che vuol dire o non lo indovini — echeggia solo nell’autoctono, ma in una maniera poco lampante (e anche autoctono non è proprio la parola che diciamo o pensiamo più spesso). Inoltre, a dirla tutta, quella coppia di occlusive, ‘ct’, non ne rende pervia nemmeno la pronuncia.
Ma è una parola del mito — o meglio, del discorso sul mito, è ottocentesca. Si dicono ctonie le divinità della terra, in un senso piuttosto lato. Quelle che estendono il loro dominio nelle sue viscere e nei frutti che produce — divinità di morte e di fertilità, di ricchezza e di lavoro. Ade e Dite, Demetra e Cerere, Persefone e Tellus, Ecate e Angizia — e avanti e avanti, in storie che hanno squadernato il mondo e le sue regole per millenni. Noi, nell’uso di ctonio, possiamo andare oltre, ma non ce ne possiamo affrancare. La matrice è quella del mito, e l’attributo si volge alla divinità, alla figura leggendaria che è connessa alla terra.
Quindi lo ctonio è il terrestre (da sotto in su) che attinge alla vena del mito, e perciò delle forze primigenie. Questo è il suo carattere — che spicca in discorsi che si prendono sul serio o che si prendono in giro.
Posso parlare delle forze ctonie, evidentemente irate, che agiscono contro il mio povero orticello, scatenando fameliche lumache e guazze putrescenti; posso parlare delle meraviglie degli strati ctonii della città, che custodiscono enigmatici spazi di epoche passate; posso parlare dello spirito ctonio che regna una radura remota che ho nel cuore, con spelonche e alberi secolari e macchie di piante balsamiche e velenose.
Non è una parola banale, che scivoli in un discorso non pesata; e si fa notare, e può parere pretenziosa. Ma non lo è per forza: ha un significato che l’uso ha intagliato in maniera così specifica e ricca che quando ci vuole, ci vuole. Dopotutto è conseguente che, quando vogliamo parlare delle forze misteriose della terra, s’indossi un abito linguistico adatto.