Etimologia voce dotta, recuperata dal latino tardo palingenèsia, prestito dal greco palingenesía ‘ritorno alla vita, risurrezione, rinnovamento’, composto di palin- e génesis ‘nascita’.
Non ci sono tante parole che si fanno notare più di questa — e non solo per la sua sontuosa, lunga veste greca. Riesce a significare una prospettiva di rinnovamento tanto radicale e spiazzante in una maniera tanto elegante, tanto padrona, da dare un’impressione di concretezza.
La palingenesi è letteralmente la rinascita. Se l’elemento ‘genesi’ ci è familiare, e siamo subito in grado di collegarlo a un alto concetto di nascita, il ‘palin-’ può destare qualche incertezza — ma passeggera. Infatti è un elemento che significa ‘di nuovo’, e può suonare un po’ alieno a sentirlo da sé, ma è ricorrente in parole dotte piuttosto popolari — dal palindromo al palinsesto.
La palingenesi ha una certa varietà di significati religiosi, che gravitano intorno a ciò che dovrebbe accadere dopo la fine del mondo — un rinascimento del mondo, o l’instaurazione del regno finale di Dio. E questo è un taglio molto importante che la caratterizza e distingue da rinascite, rinnovamenti, resurrezioni, rifioriture, restaurazioni.
Infatti ha un respiro ampio, un orizzonte generale su vicende naturali e spirituali, umane e sociali. Non riprende un filo dopo una morte vera o apparente, ma ricomincia daccapo tutta l’esperienza di una trama: non è un risveglio, piuttosto ha il profilo fondato, centrato, di una nuova instaurazione.
Se nella campagna si propone un rinnovamento politico, l’auspicio può avere il fiato un po’ corto — invece chi propugna una palingenesi ha in mente una vera rivoluzione, con un programma massimalista, radicale. Si può notare come l’amico sia rifiorito dopo un’esperienza segnante, ma se l’amico — nota qualcuno — ha attraversato una vera palingenesi, forse non è nemmeno più la stessa persona. Si può parlare della palingenesi europea dopo la seconda guerra mondiale, e della palingenesi sociale che segue un’innovazione tecnologica decisiva.
Insomma, quando si parla di palingenesi si parla sempre di roba grossa, ed è curiosa la freschezza che conserva questo totale cambio d’aria — freschezza tutt’altro che scontata, per parole così auliche.
Non ci sono tante parole che si fanno notare più di questa — e non solo per la sua sontuosa, lunga veste greca. Riesce a significare una prospettiva di rinnovamento tanto radicale e spiazzante in una maniera tanto elegante, tanto padrona, da dare un’impressione di concretezza.
La palingenesi è letteralmente la rinascita. Se l’elemento ‘genesi’ ci è familiare, e siamo subito in grado di collegarlo a un alto concetto di nascita, il ‘palin-’ può destare qualche incertezza — ma passeggera. Infatti è un elemento che significa ‘di nuovo’, e può suonare un po’ alieno a sentirlo da sé, ma è ricorrente in parole dotte piuttosto popolari — dal palindromo al palinsesto.
La palingenesi ha una certa varietà di significati religiosi, che gravitano intorno a ciò che dovrebbe accadere dopo la fine del mondo — un rinascimento del mondo, o l’instaurazione del regno finale di Dio. E questo è un taglio molto importante che la caratterizza e distingue da rinascite, rinnovamenti, resurrezioni, rifioriture, restaurazioni.
Infatti ha un respiro ampio, un orizzonte generale su vicende naturali e spirituali, umane e sociali. Non riprende un filo dopo una morte vera o apparente, ma ricomincia daccapo tutta l’esperienza di una trama: non è un risveglio, piuttosto ha il profilo fondato, centrato, di una nuova instaurazione.
Se nella campagna si propone un rinnovamento politico, l’auspicio può avere il fiato un po’ corto — invece chi propugna una palingenesi ha in mente una vera rivoluzione, con un programma massimalista, radicale. Si può notare come l’amico sia rifiorito dopo un’esperienza segnante, ma se l’amico — nota qualcuno — ha attraversato una vera palingenesi, forse non è nemmeno più la stessa persona. Si può parlare della palingenesi europea dopo la seconda guerra mondiale, e della palingenesi sociale che segue un’innovazione tecnologica decisiva.
Insomma, quando si parla di palingenesi si parla sempre di roba grossa, ed è curiosa la freschezza che conserva questo totale cambio d’aria — freschezza tutt’altro che scontata, per parole così auliche.