SignificatoInserviente che svolge i lavori più umili e pesanti della cucina; chi fa lavori umili, ingrati, specie domestici
Etimologia variante intensiva di guattero, dal longobardo wahtari ‘sorvegliante, guardiano’.
È una parola tanto colorita quanto delicata. Ci arriva dal longobardo col significato decisamente generico di ‘sorvegliante’, ma già nella prima forma, ora desueta, di ‘guattero’ questo termine si specializza descrivendo il cuciniere: non deve stupire che, specie in tempi andati, sulla cucina si concentrasse un’attenzione speciale del genere.
Ma contro questa prima suggestione il guattero e lo sguattero arrivano a indicare in particolare chi, in cucina, svolge le mansioni più umili e gravose - che poco richiamano del ruolo responsabile della guardia. Per estensione, ma elettivamente in ambito domestico, lo sguattero diventa in genere chi compie i lavori più ingrati, pesanti e poveri di riconoscimenti.
Il cugino diciottenne si rallegra d’aver trovato un lavoro estivo all’osteria come sguattero munito di regolare contratto, si fa notare ai coinquilini cialtroni che non siamo i loro sguatteri, e cala il gelo quando il conoscente chiama sguattera la domestica. Perché c’è dignità nell’umiltà, ma la mansione umile è spesso bersaglio di sprezzo e sfruttamento: qui sta la delicatezza che l’uso di questa parola richiede.
Peraltro ‘sguattero’ ha un altro significato, ben più raro: colui che segue in maniera pedissequa e pedestre, senza critica - in maniera servile. Ma forse oggi ci sono parole che calzano su questo significato in maniera più univoca e incisiva.
È una parola tanto colorita quanto delicata. Ci arriva dal longobardo col significato decisamente generico di ‘sorvegliante’, ma già nella prima forma, ora desueta, di ‘guattero’ questo termine si specializza descrivendo il cuciniere: non deve stupire che, specie in tempi andati, sulla cucina si concentrasse un’attenzione speciale del genere.
Ma contro questa prima suggestione il guattero e lo sguattero arrivano a indicare in particolare chi, in cucina, svolge le mansioni più umili e gravose - che poco richiamano del ruolo responsabile della guardia. Per estensione, ma elettivamente in ambito domestico, lo sguattero diventa in genere chi compie i lavori più ingrati, pesanti e poveri di riconoscimenti.
Il cugino diciottenne si rallegra d’aver trovato un lavoro estivo all’osteria come sguattero munito di regolare contratto, si fa notare ai coinquilini cialtroni che non siamo i loro sguatteri, e cala il gelo quando il conoscente chiama sguattera la domestica. Perché c’è dignità nell’umiltà, ma la mansione umile è spesso bersaglio di sprezzo e sfruttamento: qui sta la delicatezza che l’uso di questa parola richiede.
Peraltro ‘sguattero’ ha un altro significato, ben più raro: colui che segue in maniera pedissequa e pedestre, senza critica - in maniera servile. Ma forse oggi ci sono parole che calzano su questo significato in maniera più univoca e incisiva.