SignificatoChe si trova a terra, al livello del suolo; poco elevato; che vive a terra; concreto, semplice, materiale, immediato
Etimologia dall’ipotetico latino popolare terraneus, derivato di terra.
Strano che questa parola sia poco usata, perché è una risorsa di cui è difficile fare a meno, per diversi ordini di ragioni.
Emerge dalle brume delle voci popolari all’inizio del Trecento, e racconta la qualità di ciò che si trova sulla terra, al livello del suolo. Ad esempio una tomba terragna è scavata nella terra, la lapide terragna è inclusa nel pavimento. Questa qualificazione guadagna un minimo di quota descrivendo altezze modeste, crescite poco elevate: intorno al grattacielo o alla torre si allungano vie strette di case terragne, d’estate ci stendiamo volentieri su un prato basso di dicondra e altre erbe terragne, ed è facile prendere le more dai sarmenti terragni dei rovi, ma le più succose e dolci sono quelle che stanno più in alto, più esposte al sole. È appena il caso di notare che il terragno è anche il terricolo, cioè chi o ciò che vive a terra — terragno il topo di campagna, terragna una specie di tartaruga.
Soprattutto, però, il terragno ci parla di qualità morali che vengono figuratamente collegate alla terra (è un uso novecentesco). E diciamolo subito: sono quelle del terra terra. Ma mentre ‘terra terra’ è un’espressione un po’ prosaica, un po’ familiare (un po’ terra terra, in effetti), il terragno si presta in maniera adeguata a un più ampio spettro di discorsi. E ha uno spessore maggiore nella critica, nell’indulgenza, nel valore: il terragno ha intrecciati tratti positivi e negativi.
Partendo da una mentalità tradizionalmente considerata stretta poiché strettamente legata alla terra, il terragno descrive il concreto, il semplice, il materiale, che non ha afflati ideali, che non mostra interessi o fini elevati — e cionondimeno immediato. Nel gruppo di ricerca o di confronto spirituale tendiamo subito a legare con gli elementi più terragni, nel ricordo del morto diremo che era affidabile e terragno, mentre per le nostre serate cerchiamo qualche divertimento meno terragno del solito.
Se da un lato mostra la povertà di una semplicità che si ferma alla materia, dall’altro spiana un’accessibilità e una facilità amichevoli. Il terragno descrive un tratto complesso del mondo e dell’umano, in maniera intelligente, penetrante, e con una capacità descrittiva intensa. Eppure, il suo rimando figurato è dei più archetipici e trasparenti. Una parola che è una gemma —terragna, a portata di mano.
Strano che questa parola sia poco usata, perché è una risorsa di cui è difficile fare a meno, per diversi ordini di ragioni.
Emerge dalle brume delle voci popolari all’inizio del Trecento, e racconta la qualità di ciò che si trova sulla terra, al livello del suolo. Ad esempio una tomba terragna è scavata nella terra, la lapide terragna è inclusa nel pavimento. Questa qualificazione guadagna un minimo di quota descrivendo altezze modeste, crescite poco elevate: intorno al grattacielo o alla torre si allungano vie strette di case terragne, d’estate ci stendiamo volentieri su un prato basso di dicondra e altre erbe terragne, ed è facile prendere le more dai sarmenti terragni dei rovi, ma le più succose e dolci sono quelle che stanno più in alto, più esposte al sole. È appena il caso di notare che il terragno è anche il terricolo, cioè chi o ciò che vive a terra — terragno il topo di campagna, terragna una specie di tartaruga.
Soprattutto, però, il terragno ci parla di qualità morali che vengono figuratamente collegate alla terra (è un uso novecentesco). E diciamolo subito: sono quelle del terra terra. Ma mentre ‘terra terra’ è un’espressione un po’ prosaica, un po’ familiare (un po’ terra terra, in effetti), il terragno si presta in maniera adeguata a un più ampio spettro di discorsi. E ha uno spessore maggiore nella critica, nell’indulgenza, nel valore: il terragno ha intrecciati tratti positivi e negativi.
Partendo da una mentalità tradizionalmente considerata stretta poiché strettamente legata alla terra, il terragno descrive il concreto, il semplice, il materiale, che non ha afflati ideali, che non mostra interessi o fini elevati — e cionondimeno immediato. Nel gruppo di ricerca o di confronto spirituale tendiamo subito a legare con gli elementi più terragni, nel ricordo del morto diremo che era affidabile e terragno, mentre per le nostre serate cerchiamo qualche divertimento meno terragno del solito.
Se da un lato mostra la povertà di una semplicità che si ferma alla materia, dall’altro spiana un’accessibilità e una facilità amichevoli. Il terragno descrive un tratto complesso del mondo e dell’umano, in maniera intelligente, penetrante, e con una capacità descrittiva intensa. Eppure, il suo rimando figurato è dei più archetipici e trasparenti. Una parola che è una gemma —terragna, a portata di mano.