Indulgere
in-dùl-ge-re (io in-dùl-go)
Significato Accondiscendere, assecondare; abbandonarsi, lasciarsi trasportare da un’inclinazione; concedere benignamente, perdonare, giudicare con benevolenza
Etimologia dal latino indulgére, di etimo incerto.
Parola pubblicata il 11 Febbraio 2019
Nelle forme di questo verbo significati desueti tanto da apparire di puro registro letterario e significati quotidiani si intrecciano in maniera sorprendentemente stretta. In questo quadro, che altrimenti sarebbe irrimediabilmente annodato, è urgente cercare di cogliere il nocciolo unificante dell’indulgere.
E non è difficile: è essenzialmente un acconsentire. Si può declinare nel senso di accondiscendere (indulgo alla tua richiesta), di non opporsi a una propria inclinazione per quanto poco edificante (indulgo ai piaceri del fumo), ma anche a un concedere con benignità (ti indulgo la precedenza), a un giudicare con benevolenza (ti chiedo di indulgere sull’accaduto); e frutti più evidenti di queste ultime sfumature sono l’indulgente e l’indulto - c’è concessione, c’è perdono. E come scordare le indulgenze.
Si tratta di una voce dotta, recuperata nel Trecento, ed è un recupero piuttosto curioso: l’omologo latino indulgere aveva curiosamente i significati con cui ricorre più di frequente ai nostri giorni, mentre non aveva quelli che per primi gli sono stati attribuiti nel Trecento (giusto le accezioni di concessione celeste e di perdono), che sono frutto di un’estensione - per quanto molto liscia.
La combinazione fonetica di questo verbo suona all’orecchio con una morbidezza dolce (anzi il ‘dolce’ quasi ci echeggia dentro) e scura, calma, il che rinforza in modo netto la suggestione di uno spirito di benevolenza che asseconda sereno, senza ruvidità: non condiscende per piaggeria, non accetta a malincuore. Così indulgiamo a un capriccio complice, dovrei alzarmi dal divano ma indulgo ancora qualche pagina, e quando i meriti sono brillanti è facile indulgere.