Allucinazione

al-lu-ci-na-zió-ne

Significato Fenomeno per cui si mostra come reale ciò che è inesistente

Etimologia dal latino: allucinari vaneggiare, collegabile al greco aluo, col medesimo significato.

Diversamente dall’illusione, distorsione di uno stimolo oggettivo, l’allucinazione è una percezione in assenza di qualsiasi stimolo - tutta mentale.

Si può bene immaginare il perché del nesso col parlare a vanvera che l’etimo ci suggerisce: quando, ai tempi in cui questa parola nacque, i fenomeni della mente umana erano interpretati con superstizioni o giustificazioni ancora troppo rozze, l’allucinato non era che un bizzarro, uno spostato, un indemoniato - forse un folle che parlava di cose che non esistevano.

Oltre ad essere da sempre un tema vividissimo per gli artisti, sondato con particolare voluttà fra romanticismo e decadentismo - dove il limite fra ciò che non c’è e ciò che pochi, forse nessuno può vedere? dove il discrimine fra la proiezione mentale svincolata dalla realtà e il fantasma lisergico ricercato, fra il sogno e la manifestazione arcana dei segreti dell’esistenza? -, è un fenomeno estremamente vitale anche nel parlato.

Sottile ma comune è ad esempio l’allucinante. Che vuol dire allucinante? Bellissimo, terribile, che genera allucinazioni?

Astraendo, l’allucinante è quella qualità in bianco ma estrema davanti alla quale hai il dubbio di un’allucinazione. Può coinvolgere una qualità positivissima - la gentilezza allucinante del ristoratore che quando entri infreddolito nel suo locale ti offre subito un bicchiere di rosso corroborante - come anche qualità terribili - un film horror allucinante, a cui non assomigliano nemmeno i tuoi incubi più raccapriccianti.

Le parole che riguardano l’allucinazione rivelano uno smalto particolare, davvero vivido, di grande comunicatività.

Parola pubblicata il 04 Febbraio 2012