Dimorare

di-mo-rà-re (io di-mò-ro)

Significato Abitare più o meno stabilmente in un luogo; trattenersi, restare, indugiare

Etimologia dal latino demorare, variante di demorari, derivato di morari ‘indugiare’, con prefisso de- rafforzativo - da mora ‘indugio’.

È sempre buffo scoprire che un termine percepito come ricercato prende le mosse da un’immagine squisitamente terra terra.

Ora, il dimorare ci suona soprattutto nella sfera dell’abitare, come del resto anche la dimora (suo derivato a suffisso zero); ma originariamente, e ancora letterariamente, è un indugiare. C’è geneticamente un tergiversare, nel dimorare, un tardare, un temporeggiare: azioni che sono il contrario dell’azione. E il passaggio da qui all’abitare è di un’intelligenza sorprendente: senza dubbio l’abitare è un trattenersi (e prosaicamente potremmo fermarci qui); ma è un trattenersi al netto dei negozi, del lavoro, delle efficienze cronologiche. In una trasferta d’affari a Roma, non dimoro a Roma. Ci dimoro se ho il tempo di indugiare, se ho il tempo di perdere tempo. Forse è per questo che non si può dire se il dimorare sia un abitare in via permanente o strettamente provvisoria: perché in quel piccolo margine di poesia che ogni parola conserva il dimorare non è una questione solo di tempo, ma di tempo perso.

Quindi ci facciamo dare il nuovo indirizzo dove dimora la nostra amica, dimoriamo in fantasie tanto piacevoli quanto irrealistiche o in speranze tetragone, classicamente il collega ricco come un satrapo ci accoglie ai bastioni della sua umile dimora, e certo nel bosco dimora un fantasma, mio zio l’ha visto.

Parola pubblicata il 03 Luglio 2018