Parassita

pa-ras-sì-ta

Significato Che vive a spese di un altro organismo, detto ospite

Etimologia composto dal greco: para presso sitos alimento.

Questo speciale fenomeno rientra nel più generale rapporto di simbiosi: solo che di rado l’organismo ospite trae beneficio dalla presenza del parassita - a meno che, ad esempio, uno sfrutti il verme solitario per dimagrire ed entrare nel vestito per il matrimonio della figlia.

Il parassita vive presso l’ospite e si alimenta grazie a lui (se non di lui), e presenta caratteristiche di dipendenza e semplicità rispetto all’ospite stesso - nel senso che senza l’ospite non è in grado di vivere, e che è un organismo solitamente più primitivo dell’ospite.

Tralasciando la pure interessante discettazione zoologica riguardo i parassiti, e salutando con la mano zecche, tenie e sanguisughe, è di grande importanza concentrarsi su questo fenomeno in ambito umano.

Noi ci ritroviamo ad interagire con un macro-organismo molto complesso che è la società: trovare delle zone d’ombra in cui piazzarsi a traino degli altri è relativamente facile, e la nostra quotidianità lo testimonia: il “c’è bisogno dello scontrino?” del negoziante, il “sono in pausa” del bibliotecario, lo “scoperti altri dieci falsi invalidi” dei giornali, il “una moneta, una moneta” del giovane al semaforo.

Le vie della vita sono infinite, ma la scelta della via del parassitismo allontana l’uomo dalla propria dignità, lo priva della spinta a migliorarsi - ed è una condanna a vita: difficilissimo tornare indietro.

Normale è la pietà per il parassita, che ha da arrivare a fine mese, che è costretto in strada, ma è forse una pietà ingiusta, poiché tollera questa intollerabile compressione della dignità umana: certo che la società, lo Stato dovrebbe mostrarsi in grado di riassorbire queste zone d’ombra, di sostenere ed incentivare l’abbandono del parassitismo. Allora, forse, si potrebbe davvero difendere la dignità dell’uomo senza pietose ambage - non tanto per giustizialismo perché il parassitismo è stupido, approfittatore o meschino, ma perché è indegno.

Parola pubblicata il 17 Maggio 2012