Afferire
af-fe-rì-re (io af-fe-rì-sco)
Significato Riguardare, concernere, essere di pertinenza, ricondursi
Etimologia ricostruito da afferente, voce dotta recuperata dal latino adferens, participio presente di adferre ‘portare, recare’.
Parola pubblicata il 23 Settembre 2021
Davanti all’afferire sentiamo già una brezza di antichità immaginando come si sia ramificato nei bei secoli della nostra lingua; invece siamo davanti a una parola dell’altro ieri. Il verbo ‘afferire’ nemmeno si trova registrato, sui dizionari meno aggiornati — e i più avvertiti lo danno per attestato solo nel 1980. Non è una parola facile e non è facile raccontarla, anche perché ha dei tratti lievemente incerti. Però si fa notare, e schiude delle belle possibilità.
Si trova scritto che afferire a qualcosa significa concernere, riguardare quel qualcosa, essergli pertinenza — ma forse sono definizioni un po’ sfocate: nel dubbio ripartiamo dall’etimo.
Afferire è curiosamente ricostruito a partire dal participio presente afferente, una voce dotta recuperata nell’ultimo Ottocento dal latino afferens. I suoi usi principali erano in diritto e medicina, e molto diversi fra loro: infatti in diritto l’afferente era ed è il riguardante (una lite afferente a un certo contratto), mentre in medicina era ed è detto di nervi, vasi e simili conduttori che portino sostanze o impulsi dalla periferia verso un organo o il centro del corpo. Questo significato medico è contiguo rispetto al verbo afferre latino, da cui l’afferens deriva (eccoci al nocciolo): ‘afferire’ è etimologicamente un ‘portare a’.
L’afferire è sì un concernere, un riguardare, ma il movimento che racconta è prossimo a un ricondursi. Se questo ufficio afferisce a quel ministero, non è che c’entra col ministero, ma piuttosto ne è parte — vi si riduce, riporta. Non è una mera attinenza scontornata; forse con migliore approssimazione ci parla di una situazione di pertinenza.
Facendo qualche esempio, possiamo raccontare di come a un’agguerrita associazione locale afferisca l’intera comunità del paesino; possiamo notare come diverse invenzioni afferiscano alla medesima scoperta; la giornalista ricostruisce la destinazione dei fondi che afferiscono alla voce di bilancio sospetta; i ricordi che conserviamo più gelosamente possono afferire a pochi momenti della nostra vita, e certe nostre intime abitudini possono afferire a una sfera spirituale.
Il tono, non necessariamente burocratico, è quello limpido di chi vede le connessioni di un tratto di mondo, dove si riporti qualcosa. E certo è un riguardare, un concernere, ma che legge questi nessi come una conduzione verso un centro, un vertice, una maggioranza, attraverso i dotti e le vie delle cause, delle continenze, degli effetti.
Alla fine, pare sia il significato medico a informare l’afferire — un termine elegante, che si può evitare di abbandonare agli organigrammi.