Apostasia

a-po-sta-sì-a

Significato Abbandono della propria religione per un’altra, conversione

Etimologia dal greco: apostasis allontanamento, composto da apo che indica allontanamento e stasis stare.

L’atto dell’abiura, il rinnegare il proprio credo in favore di un altro è un atto solenne: che riguardi una fede religiosa o un’ideologia laica, resta un ripudio grave, profondo, e ancor più grave e profondo appare il seguente nuovo abbraccio. Tale è l’apostasia - parola alta e pesantissima.

Spesso le conversioni sono viste come segno di tradimento: l’abbandono della propria tradizione, della propria scelta, della propria posizione pare affine alla diserzione vigliacca e proditoria; qualcuno (un’istituzione, un partito, un retaggio) contava su di te.

In realtà l’apostasia, seppur così pesantemente giudicata attraverso i secoli (e ricordiamo che ad esempio quella religiosa, nei paesi dove vige ancora oggi la Shari’a, è punita con la morte), è un diritto sacrosanto.

Si dice che i primi ad abbandonare la nave che affonda siano i topi; ma il capitano che affonda con la nave è un onorevole imbecille.

Il cambio di rotta, di convinzioni, di idee abbracciandone di nuove può essere segno di maturazione, di saggezza.

Sarà infatti tacciato di apostasia il politico che si renda conto del fallimento di un ideale e lo rinneghi avvicinandone un altro diverso e più avanguardista; sarà bandito come apostata il religioso che giunga alla realizzazione intima di una fede nuova; e marcerà con passi fieri sulla via dell’apostasia chi abbandoni l’ennesimo PC rotto per andarsi a comprare finalmente un Mac.

Parola pubblicata il 30 Settembre 2011