Catacresi

ca-ta-crè-si

Significato Figura retorica che consiste nell’uso di parole al di là del loro significato proprio

Etimologia dal greco katàchresis abuso, derivato di katachràomai abusare, composto di katà oltre e chrèstai usare.

Quello della catacrèsi (o catàcresi, se si pronuncia alla greca) è un fenomeno linguistico davvero affascinante.

Si definisce come un uso abusivo di una parola o di una locuzione, che ne spinge il significato al di là di quello che le sarebbe proprio (in certi casi fino alla contraddizione). A qualcuno verrà subito in mente che sono molte le figure retoriche che hanno questo effetto - pensiamo a metonimie e metafore; ma la catacresi descrive questo fenomeno quando ormai non è più innovativo, quando si è normalizzato. In effetti, in molti casi si tratta di metafore cristallizzate e non più percepite come tali - e a dispetto del nome a tanti ignoto (come accade con molte figure retoriche) pervade la nostra quotidianità.

Nessuno si stupisce delle nostre inclinazioni poetiche se parliamo delle gambe di un tavolo, del collo di una bottiglia, di lingue di fuoco, dello stare a cavallo di una ringhiera, del ritagliarsi del tempo. Eppure sono tutte ardite metafore. Nessuno alza con biasimo il sopracciglio se parliamo del romantico tramonto nel mare, o di una brutta calligrafia, o di vedere che cosa ci dice Tizio. Eppure, sono usi contraddittorii.

La catacresi è l’affermazione di una naturale economia linguistica: vuoi perché la lingua ha delle lacune e una parola manca, vuoi per la ricerca continua di espressioni gagliarde, per indicare concetti e oggetti che in un certo momento sono stati sentiti o cercati come nuovi, si usano risorse linguistiche che sono già disponibili. Così la bottiglia acquista un collo, il fuoco diventa linguacciuto, il tempo si trasforma in una pezza di tessuto, il tramonto resta tramonto anche senza monti, e le parole si vedono anche quando sono pronunciate.

Parola pubblicata il 07 Dicembre 2015