Cattività

cat-ti-vi-tà

Significato Prigionia, schiavitù; stato dell’animale catturato e costretto a vivere in gabbie o recinti

Etimologia dal latino captìvitas prigionia, da captivus prigioniero.

È una parola che appartiene a un registro aulico, tranne che per un particolare uso, molto comune.

La cattività è la prigionia, uno stato di schiavitù o di servaggio. Fra le cattività per eccellenza possiamo ricordare quella avignonese dei papi, o la cattività degli Ebrei a Babilonia. Comunque si può anche parlare del periodo di cattività dell’ostaggio, della cattività dei deportati, delle malattie contratte durante la cattività.

Oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, con questa parola ci si riferisce alla prigionia degli animali selvatici. In altri termini, indica lo stato in cui è ridotto l’animale selvatico catturato dall’uomo e costretto a vivere in un recinto o in una gabbia. I fini della cattività possono essere i più disparati, e non tutti nobili: ricerca, conservazione della biodiversità, educazione, intrattenimento. È comunque curioso ed eloquente che, senza malizia, per indicare qualcosa del genere, sia stata scelta una parola così nettamente negativa.

(Ha qualcosa a che vedere col cattivo? Sì.)

Parola pubblicata il 07 Ottobre 2015