Endiadi

en-dì-a-di

Significato Figura retorica che consiste nell’esprimere un concetto tramite due termini coordinati

Etimologia dal latino tardo endiadys, formato sul greco en dià dyoin uno attraverso due.

L’endiadi è una figura retorica di grande importanza: la comunicazione di un pensiero, di un concetto, di rado può contare su un’esattezza univoca, e quindi si deve fare forza sulla connessione fra significati. E l’endiadi è la combinazione in coppia di due parole al fine di esprimere un concetto unitario.

L’esempio classico di endiadi, “fuoco e fiamme”, non rende giustizia all’ampiezza e all’essere cardinale di questa figura retorica; dice molto di più su questa figura un altro esempio arcinoto, preso da “A se stesso” di Leopardi: Amaro e noia/ La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo. Quel “amaro e noia” è un’endiadi: due parole-colori vengono coordinate per significare il pensiero del poeta, un pensiero complesso, sfumato.

Si tratta di una figura che pervade i nostri discorsi scritti e parlati in maniera capillare - nella quasi totalità dei casi, spontaneamente. È forte di una potenza espressiva e di una versatilità enormi, e l’ampliamento dei significati, in questa forma, mantiene una conveniente agilità. A esempio, l’endiatri (l’omologa composta da tre termini) non ha la stessa fortuna.

Cogliere figure come queste, oltre a far maturare l’uso che personalmente se ne può fare, non rappresenta un mestiere da botanico che classifica stancamente piantine tutte uguali: significa penetrare tanto la lingua da vederne e controllarne sempre le linee di forza interne, i gangli comunicativi.

Parola pubblicata il 15 Dicembre 2014