Esplodere

e-splò-de-re (io e-splò-do)

Significato Scoppiare; manifestarsi violento di un sentimento; manifestarsi improvviso e brusco

Etimologia voce dotta recuperata dal latino explodere, propriamente ‘cacciar via battendo le mani’, derivato di plaudere.

  • «Nel silenzio più assoluto, è esploso in una risata.»

La domanda è semplice, anche se non è facile farsela venire in mente: ‘esplodere’ è un termine d’ascendenza latina, buono a sapersi, ma che cosa esplodeva duemila anni fa? Che significato aveva il verbo latino explodere, se di ordigni esplosivi e contenitori a pressione come li abbiamo modernamente inventati non ce n’erano, e come arriviamo al nostro ‘esplodere’? La risposta ci porta a teatro, ovviamente. No, non è ovvio per niente, anzi prepariamoci a fare qualche capriola.

‘Esplodere’ è un derivato di plaudere. Già, il verbo da cui vengono il plauso e l’applaudire. Che l’esplodere abbia a che fare col botto dell’applauso? Non semplicemente, tiriamo il morso al cavallo.
Il prefisso ‘ex-’ ci direziona la reazione di un pubblico verso un ‘fuori’: explòdere significa letteralmente ‘cacciare via dal palco battendo le mani’, e ampliando il senso anche fischiando e buuhando — secondo una pratica diffusa e amata nell’antichità e non solo, quando il rapporto fra chi era sul palco e chi guardava lo spettacolo era più aperto ed energico di quanto non sia oggi.

Ecco la linea sottile e forte che porta dal teatro alla bomba: l’explodere è un espellere con violenza e gran rumore. È un senso che matura in francese: l’explosion recupera l’antico explodere latino per indicare prima (nel Cinquecento) l’effetto invasivo e travolgente di una malattia, e poi (nel Settecento) quei significati che più correntemente colleghiamo alle esplosioni, osservabili in chimica e in fisica. Fra Sette e Ottocento l’esplodere diventa quello che conosciamo, anche in italiano. Un bel salto figurato, che trasforma con poesia inattesa l’energia di un rifiuto spettacolare nello scoppio, nella reazione violenta che sviluppa calore, ed espandendosi allontana, spacca, scaglia.

Di metafora in metafora, l’esplodere approda ad altri lidi, toccando le violente manifestazioni di sentimento — quando esplode la gioia o lo sdegno — così come le manifestazioni in genere purché siano improvvise e brusche — come quando esplode la nuova moda o il caldo.

Certo è una parola che ha visto cambiare radicalmente il proprio destino, ma è bello scoprire la continuità in ciò che pare completamente discontinuo: è una continuità poetica, di pensiero, che ci inverte l’ordine atteso, asciugando l’esplosione umana della folla nell’espansione fisica di uno scoppio letterale.

Parola pubblicata il 17 Novembre 2022