Gioia

giò-ia

Significato Sentimento di viva allegria e contentezza

Etimologia dal francese joie, che viene dal latino gaudia, plurale di gaudium ‘gioia, godimento’, a sua volta da gaudère ‘godere’.

C’è qualcosa di buffo nel considerare la gioia come derivato del latino gaudium. Il gaudio è, secondo i dizionari, una ‘gioia vivissima’, e però si declina quasi inevitabilmente in aspetti molto raffinati – istituzionali, spirituali, letterari. Insomma, a naso s’intende che il gaudio della virtù o della vita retta, il gaudio espresso dall’ambasciatrice, il gaudio con cui saremmo disposti a sacrificarci hanno qualcosa di diverso rispetto alla gioia diretta e semplice, descrivendo un sentimento magari non più spento, ma più mediato, forse più distante.

La loro base – in maniera sorprendente ma naturale – è il gaudere, cioè il godere. La scaturigine della gioia è quindi una qualche forma di piacere, un concetto vasto e difficilissimo da definire senza ricorrere a ovvietà. Quello che ci interessa è che questo piacere impronta la gioia a un’ampiezza irriducibile, in cui confluisce tutta l’indominabile varietà di ciò che può procurare godimento, che può farci sentire soddisfatti. Anche se dei limiti ce li ha.

Se è troppo compassata, troppo contenuta, difficilmente ci viene di chiamarla gioia. Deve avere la sfrontatezza e la spontaneità dell’emozione primaria – altrimenti possiamo ricorrere a letizia, contentezza, soddisfazione. Così come la rabbia compassata è disappunto e stizza, così come una paura dominata è inquietudine e disagio, così una gioia ingessata è difficile da riconoscere come gioia. Si deve leggere in faccia, nella voce.

Ed è bello notare che questa gioia ci arriva nella prima ora della nostra lingua, nel XII secolo, dal francese joie (il quale nasce dal latino gaudia, plurale del gaudium che dicevamo) – un prestito colto da persone che bramavano di arricchire la propria lingua, che hanno trovato in questa ‘gioia’ la suggestione di un termine che è bello, morbido, brillante e di valore. Piacerà anche ai posteri, avrà pensato qualcuno.

Parola pubblicata il 25 Dicembre 2020