Improntare

im-pron-tà-re (io im-prón-to)

Significato Dare un’impronta

Etimologia variante dell’antico imprentare, che deriva dal francese empreindre imprimere, a sua volta dal latino imprimere.

L’immagine del premere lasciando un’impronta è molto fertile di significati figurati: nel verbo ‘improntare’ questa immagine è declinata nel significato di caratterizzare, basare. Ad esempio, si può parlare di un rapporto improntato sul rispetto, del libro improntato alla denuncia sociale, del gioco improntato all’apprendimento: l’impronta, con una splendida metafora, diventa una cifra, un nocciolo, una chiave di lettura.

Però, va detto, sono molte le parole - estremamente specifiche od ormai desuete - che confluiscono nella forma ‘improntare’ con significati diversi e a partire da etimologie diverse. Con una derivazione riconducibile a un moderno ‘non pronto’, in musica si parla del suonatore che impronta un brano dopo una sola rapida lettura; da un latino promutuari (pro-mutuum), giunge un ‘improntare’ col significato di dare o ricevere in prestito; e c’è poi Dante, che nel XVII del Purgatorio, nel far parlare a Virgilio dell’amore diretto al male - in particolare riferimento agli iracondi - usa ‘improntare’ col valore di approntare, preparare, sollecitare (ed è chi per ingiuria par ch’aonti,/ sì che si fa de la vendetta ghiotto,/ e tal convien che ‘l male altrui impronti, che parafrasando a braccio diventa «e c’è chi pare si adombri per un’ingiuria, così da farsi ghiotto di vendetta, e quindi prepara il male altrui»).

Una nuvola complessa di parole, oggi semplificata dal fatto che l’unico improntare vasto e vivo è quello che riguarda il dare un’impronta.

Parola pubblicata il 27 Maggio 2015