Palandrana

pa-lan-drà-na

Significato Veste da camera; in senso scherzoso, veste lunga e larga

Etimologia da palandra, a sua volta da pellanda, preso dal francese antico houppelande, forse dall’antico inglese hoppáda ‘sopravveste’.

  • «Aspetta, mi devo togliere questa palandrana.»

La palandrana non sembrerebbe un capo troppo determinante, ma riserva piacevolezze e sorprese. Fa parte del guardaroba enigmatico degli abiti d’un tempo, e il suo nome continua in un’eco sempre meno definita, riverberando su concetti che non si direbbero collegati.

Si tratta di una veste lunga e larga, specie da camera — alcuni dizionari specificano femminile, altri maschile, quindi diciamola pure unisex. Che non si riferisca a un modello troppo a fuoco appare anche dall’etimo che è uno dei più pasticciati immaginabili: palandrana (attestato a metà Cinquecento) deriva da palandra, alterazione di pellanda o pelanda, esito di un adattamento modellato su pelle del francese antico houppelande, termine che qualcuno riconduce all’antico inglese hoppáda ‘sopravveste’. Ci troviamo insomma davanti a una sorta di zimarra, o zamberlucco, o saltamindosso (a far ricerca sui dizionari s’incappa sempre in qualche sinonimo imperdibile) — ma forse potremmo dire vestaglia.

Ora, la palandrana ha preso il significato, oggi rétro, di vesta larga e lunga in genere, colta con un tono non proprio lusinghiero, anzi decisamente scherzoso. L’amico stravagante si presenta al matrimonio con una palandrana coloratissima, quando fa freddo mi metto sopra una palandrana per pararmi da ogni spiffero, e l’amica mi dice che questa palandrana che indosso non mi valorizza. Un uso accessibile, che continua a funzionare grazie all’evocatività del suono di questa parola. Ma non scordiamo che doveva essere concepita in particolare come una veste da camera.

Se qualcuno indossa sempre una veste da camera non dà l’idea di essere una persona industriosa, anzi. Perciò questo capo, questa vestaglia, può diventare l’uniforme del perdigiorno — e così costui lo potremmo chiamare palandrone... o pelandrone.
‘Pelandrone’, nata nel bacino piemontese, è una parola ancora oggi usatissima, evidentemente piace quel che dice e come lo dice. Eppure deve spiccare in un ambito complesso: il serraglio della gente che variamente ha poca voglia di fare e fa poco è affollatissimo, dallo sfaccendato al poltrone, dal pigrone allo scansafatiche, dallo sfaticato al lavativo, dal bighellone al perditempo fino al perdigiorno che dicevamo e via ancora dicendo. Che banda! Il pelandrone si aggiunge con una sfumatura vagamente bonaria, con un tratto di rimprovero non troppo aspro: come nell’altro significato di veste lunga e larga, il suono — plasticamente e voluttuosamente deformato nei secoli a partire da quel termine francese — ne fa una caricatura. Pensiamo a quanto possano essere più taglienti il perdigiorno e lo sfaccendato, a confronto. Qui abbiamo una persona che è semplicemente vestagliona.

Parola pubblicata il 03 Agosto 2024