Pastiche

Le parole della musica

pastìsc

Significato Opera d’arte, letteraria o musicale che imita intenzionalmente lo stile di altre opere o di un altro autore; opera che mescola parti di altre opere

Etimologia dal francese pastiche, ‘pasticcio’, a sua volta prestito della parola italiana pasticcio.

  • «È una trovata molto riuscita, un pastiche dotto che mescola opere e registri.»

Paste, pastelli e pasticci erano alcune delle prelibatezze gustate nell’Italia rinascimentale. Leccornie dolci o più spesso salate – in greco pastá deriva da pastós ‘cosparso di sale’ – erano costituite da un impasto malleabile e farcito, il cui nome derivava dal latino tardo pastīcium.

La Francia registra la parola pastiche nel 1699, calco dell’italiano pastici (sic), e il termine acquisisce senso figurato; i pastiches sono quadri rimaneggiati o che imitano lo stile di qualche artista, anche con accezione negativa, d’imbroglio, come afferma Jean-Baptiste Du Bos nelle Reflexions Critiques del 1719. Questo significato si allarga facilmente alle altre arti.

Anche il pasticcio italiano si estenderà figuratamente a pastrocchio, confusione, guaio; come ultima opzione toccherà le bassezze morali della truffa. Non c’è bisogno di spiegare chi sia oggi il pasticciere, anche se nel gergo teatrale del passato si chiamava così proprio il capocomico specializzato in ‘pasticci’.

Verso la fine dell’Ottocento il termine francese pastiche torna in Italia affiancando il nativo pasticcio. È destinato appunto ad argomenti d’arte, di letteratura e di musica; se nello Stivale si continua a usare la parola francese è proprio per evitare promiscuità semantiche con la cucina.

Un pastiche di ricordi della città di Venezia del pittore Thomas Moran, 1898
Thomas Moran, 1898, Venezia, un pastiche di ricordi della città

In musica il pastiche (ovviamente, sarebbe ancora lecito l’uso di pasticcio) usualmente indica il contributo di autori diversi che insieme creano una composizione, anche se non si conoscono. All’inizio del 1852, Charles Gounod fu l’artefice di un notissimo pastiche componendo una melodia sovrapponibile al primo preludio del Clavicembalo ben temperato di Bach, che divenne la sua celebre Ave Maria. Per ovvi motivi cronologici, Gounod agì all’insaputa di Bach.

Invece, con piena consapevolezza, i tre musicisti Filippo Amadei, Giovanni Bononcini e George Frideric Händel composero l’opera Muzio Scevola (1721), realizzandone rispettivamente il primo, il secondo e il terzo atto, ouverture comprese.

Non basta. All’epoca capitava di dover rimpiazzare rapidamente un cantante in un’opera; si sostituiva allora qualche aria originale con altre che il nuovo interprete già conosceva o che erano più adatte alla sua vocalità. Inoltre, vigevano leggi e usi differenti da un luogo all’altro; pensiamo a una compagnia in tournée, che rappresentava la stessa opera nella repubblica di Venezia, nella Roma papale e nel viceregno di Napoli. In casi simili il pasticcio/pastiche doveva essere confezionato velocemente, sia che l’autore fosse il compositore, il librettista o (perfino) l’impresario.

Carlo Goldoni usò il verbo impasticciare raccontando che nel 1735 Antonio Vivaldi aveva bisogno di «un poeta per accomodare o impasticciare il dramma a suo gusto, per mettervi bene o male le Arie, che [la cantante ingaggiata] aveva altre volte cantate».

Si chiama pastiche anche un pezzo che viene composto intenzionalmente nello stile di un musicista o di un periodo storico diverso da quello dell’autore, magari con l’intento di offrire un omaggio a un collega. A proposito non si può non ricordare il neoclassico Pulcinella di Stravinskij, ispirato a Pergolesi e ad altri compositori del passato.

Solo recentemente il diritto d’autore ha incluso il pastiche nelle eccezioni previste dal regolamento. Del resto, le differenze e le affinità con altre forme musicali sono sottili: la parodia nella musica colta utilizza elementi tematici preesistenti; l’arrangiamento destina una composizione a organici strumentali diversi da quelli originali; il medley alterna vari brani in un’unica composizione; il contrafactum riveste una composizione musicale con un testo nuovo; nel pop la cover ripropone una canzone con un nuovo arrangiamento; poi c’è la fantasia… forse Gadda avrebbe detto: che pasticciaccio brutto! E meno male che non siamo a via Merulana.

Parola pubblicata il 30 Marzo 2025

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale