Ugonotto

u - go - nòt - to

Significato Persona che apparteneva al movimento religioso, civile e politico dei protestanti di matrice calvinista nella Francia del XVI e XVII secolo

Etimologia dal francese huguenot, a sua volta, forse, dal tedesco Eidgenosse, ovvero ‘confederato, congiurato’, composto di Eid ‘giuramento’ e Genosse ‘compagno’.

  • «La zia mi ha portato una croce ugonotta in argento dal suo viaggio a Ginevra.»

Quando, nel XVI secolo, Giovanni Calvino inizia la sua predicazione, dà il via ad una chiesa riformata, chiamata poi anche calvinista, che sarà seguita da moltissima gente, sia nella sua Svizzera natale sia oltre confine, dai Paesi Bassi alla Scozia, per arrivare poi, sotto forma di puritanesimo, a bordo del Mayflower, pure nel New England. La vicina Francia non fu immune a questa nuova confessione cristiana e in men che non si dica anche Oltralpe il protestantesimo calvinista si diffuse a macchia d’olio.

I protestanti francesi erano chiamati col nome di ugonotti. Una parola bizzarra, un po’ goffa, che ricorda il nome proprio Ugo e non ci dà alcun appiglio per capire da dove salti fuori. Questo perché la sua etimologia è un po’ lontana dai soliti latino e greco, a noi più familiari. Il francese huguenot sembra derivare infatti dal tedesco Eidgenosse, composto da Eid ‘giuramento’ e Genosse ‘compagno’. Il significato risultante è ‘confederato’: pare che in origine, a Ginevra con il termine Eidgenosse si indicassero i sostenitori del partito che si opponeva all’annessione della città al Ducato di Savoia in favore, invece, della Confederazione Elvetica. Costoro aderirono alla riforma di Calvino e, per proprietà transitiva, in Francia i confederati divennero proprio i calvinisti. Aggiungiamoci che i riformati della città di Tours si riunivano presso la Porta del re Ugo (Hugon), e abbiamo gli ugonotti.

La prima volta che si ha la possibilità di incontrare gli ugonotti, a meno che non si pratichi il calvinismo in famiglia, può precedere di molto le lezioni di storia sui banchi di scuola: troviamo infatti delle pagine avvincenti circa l’assedio della roccaforte ugonotta della Rochelle in quel capolavoro della letteratura che è ‘I tre moschettieri’ di Alexandre Dumas, spesso incluso nei cataloghi di libri per ragazzi, ma in realtà un romanzo entusiasmante che può essere letto e riletto a qualsiasi età.

Per il resto, gli ugonotti sono stati le vittime di uno dei capitoli più violenti della storia di Francia: stiamo parlando delle otto guerre di religione, che insanguinarono tutta la seconda metà del XVI secolo e che videro il culmine con l’episodio della notte di San Bartolomeo, il 23 agosto 1572, durante la quale, nella sola città di Parigi, furono massacrati migliaia di ugonotti. La tragedia avvenne pochi giorni dopo le nozze della principessa Margot (di nuovo, per chi volesse, citofonare Alexandre Dumas) con Enrico di Navarra. Sebbene studi recenti abbiano provato che gran parte dell’operazione fu orchestrata dal fratello di Margot, il re Carlo IX, e dal partito cattolico capitanato dalla famiglia Guisa, la storiografia maschilista ha appioppato per secoli il fardello del biasimo ad un’italiana molto poco amata, la regina Caterina de’ Medici, madre del re e della sposa, colei che aveva pianificato queste nozze proprio in funzione di una politica di distensione tra le due fazioni religiose (lo sposo era ugonotto, quello che poi si convertì al cattolicesimo perché, in fondo, Parigi val bene una messa, no?).

Oggi, in Francia, i protestanti non vengono più chiamati ugonotti, ma c’è ancora qualcosa alla quale si attaglia tale aggettivo: è la croce calvinista o, appunto, ugonotta. Essa è formata da quattro bracci uguali, a forma di punta di freccia, ornati da pallini in ogni spigolo e intervallati dal giglio francese. Dal braccio inferiore, attaccato ad un anello, pende una colomba, simbolo di Spirito Santo, ma anche di pace. Una pace che fu conquistata prima con l’editto di tolleranza di Nantes e poi con la Rivoluzione Francese. Ma questa è un’altra storia.

Parola pubblicata il 04 Giugno 2023